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Sport acquatici | 25 agosto 2016, 11:34

Synchro. Dopo Rio, Linda Cerruti ci ha preso gusto: "Vorrei già poter essere a Tokyo"

Sesta nel duo con Costanza Ferro e quinta nella prova di squadra: la portacolori della Rari Nantes Savona non si accontenta e guarda già al futuro. Nel frattempo, in esclusiva a SvSport, ci svela come ha vissuto i Giochi Olimpici brasiliani.

Synchro. Dopo Rio, Linda Cerruti ci ha preso gusto: "Vorrei già poter essere a Tokyo"

Un fiume in piena. Sentendo Linda Cerruti che racconta la sua recente esperienza ai Giochi Olimpici, si ha come la sensazione di essere travolti da un'ondata di gioia, di orgoglio, ma anche di passione. La syncronette della Rari Nantes Savona non tralascia nessun dettaglio della sua avventura brasiliana: tutto è già ben impresso nel suo cuore e nella sua mente. 

"Sono state le mie prime Olimpiadi e devo dire che mi hanno lasciato sensazioni ed emozioni che mi porterò dietro per tutta la vita - confida Linda ai nostri microfoni - alla fine potrà esser pur vero che la piscina è sempre una piscina con le stesse dimensioni, che il pubblico è sempre lo stesso pubblico di tutte le gare e che i giudici sono sempre loro quelli che ti devono giudicare, ma poi il dato di fatto è completamente diverso. A partire dal Villaggio Olimpico dove convivi con i migliori atleti della tua e di altre nazioni, dove si sta tutti a stretto contatto dalle colazioni alle cene, tutti insieme ognuno con i propri modi di fare e con le proprie usanze. Ci si incita e ci si sostiene a vicenda perché si è lì per portar a casa il miglior risultato di sempre. Tutti si sono preparati anni e anni per essere lì, tutti provano la tua stessa tensione e la tua stessa sensazione pre e post gara: il tuo stato d'animo è comune a tutti gli altri atleti. Al Villaggio riesci a farti forza sempre con il consueto spirito olimpico che contraddistingue questo evento così importante: con una lealtà e una solidarietà verso il prossimo ancor più rimarcata".

La magia dei Giochi, per la Cerruti, emerge in ogni sfumatura: "L'Olimpiade assume una veste particolare. Sarà perché arriva ogni quattro anni, oppure perché ti devi sudare e conquistare la qualificazione: fatto sta che l'ambiente è avvolto come da un'aura che rende tutto così magico".

E poi l'orgoglio per i risultati conquistati in vasca, con un pensiero speciale per la squadra: "Sono molto felice per il risultato che abbiamo ottenuto con la squadra: è stato storico perché mai ottenuto da nessuno prima di noi. Abbiamo dimostrato la forza del gruppo, volevamo far vedere che c'eravamo anche noi e che potevamo arrivare a giocarci qualcosa di importante. Le emozioni che si provano con la squadra sono diverse da quelle del doppio, l'unione di più persone fa la forza e quindi ti sorreggi e ti spalleggi in maniera diversa. Siamo diventate come una famiglia, abbiamo consolidato certi rapporti che ci hanno fatto ottenere questo grande piazzamento e queste immense prestazioni, che rendono gloria a tutti gli sforzi fatti fino ad oggi".

Non manca la soddisfazione nemmeno per il duo vissuto in compagnia di Costanza Ferro: "Sono molto felice anche per il giudizio del duo tecnico che era un po' il nostro scoglio. Ci abbiamo lavorato tanto con l'allenatrice e coreografa Gana Maximova: il suo aiuto ci ha permesso di fare il salto di qualità. Lei ci ha fornito quel valore aggiunto che siamo state brave a mantenere anche grazie alla CT Patrizia Giallombardo, a Yumiko Tomamatsu e a Roberta Farinelli. Il sesto posto finale nel duo è stata una gioia immensa".

Gli ottimi risultati, non sono certo frutto del caso. Ci sono voluti anni di lavoro per arrivare così in alto, ma l'intenzione è quella di spingersi ancora più in là: "Arrivati i giorni delle gare, la concentrazione era massima e anche l'attenzione per ogni minimo dettaglio. Siamo entrate in piano vasca consapevoli di poterci giocare le nostre possibilità, sia nel doppio sia con la squadra. Ci siamo buttate in acqua cercando di svolgere e interpretare nel migliore dei modi gli esercizi, dando il meglio di noi stesse e ci siamo riuscite: oltre a piacere ai giudici che ci hanno valutato con punteggi mai avuti in carriera, siamo piaciute anche alle nostre allenatrici che erano soddisfatte e ci hanno fatto i complimenti, pur facendoci notare che si può sempre far meglio. Di questo siamo sicure, si può sempre migliorare ma intanto siamo felici perché la strada intrapresa è quella giusta: i punteggi sono un buon punto di partenza per l'avvenire, ma non dobbiamo dimenticare che bisogna sempre sudare e lavorare duramente per arrivare a gioire".

Le Olimpiadi hanno rappresentato per Linda anche un'occasione per riflettere su quella che è stata la sua vita fino ad oggi: "Salire in pedana, sentire quel clima e quel calore del pubblico, tipico dell'atmosfera a cinque cerchi, mi ha emozionato e non credo di riuscire a descrivere bene le migliaia di emozioni che mi percorrevano la mente, il cuore, l'anima. Vi assicuro però che sono state indimenticabili. Poi, una volta sul palco, mentre aspetti i risultati ti scorrono davanti tutti gli anni di fatiche, pianti, dolori, quei momenti dove nessun esercizio riusciva, quei periodi passati lontana dalla mia famiglia, dagli affetti più cari, da mio fratello che si può considerare come un gemello e con cui ho un'intesa speciale, dagli amici più vicini che sono sempre pronti ad aiutarmi con un sorriso e una buona parola. Insomma da quella quotidianità che ogni ragazza ha e che invece io non ho potuto avere. Tutto scorre proprio in una frazione di secondo, poi ascolti i punteggi, guardi la tribuna e dici: ne è proprio valsa la pena arrivare fino a qui! Tutti questi brividi cancellano le fatiche e ti fanno pensare che rifaresti tutto per altre mille volte".

Chiuso un capitolo (Rio 2016), se ne apre un altro (Tokyo 2020)? Sì, ma senza fretta:"L'avventura a Rio mi resterà impressa nel cuore: un'esperienza indimenticabile e unica che avrei voluto non finisse mai. Vorrei già poter essere a Tokyo 2020, ma forse adesso ho il giusto tempo per gioire, per condividere questo momento con chi voglio e per ripercorrere questo straordinario percorso con la mente, continuando a sognare fino ai prossimi Giochi Olimpici".

A proposito di sogni, Linda ha un consiglio da dare agli atleti più giovani: "Ci tengo particolarmente a dire alle nuove leve di inseguire sempre il proprio sogno, di fare sacrifici tutti i giorni e di faticare durante gli allenamenti senza darsi mai per vinti. Bisogna insistere e non pensare che si stia perdendo tempo perché i sogni si avverano, basta andarseli a prendere con la fatica: una volta raggiunti, vi assicuro che le emozioni saranno indescrivibili".

Infine, spazio ai ringraziamenti: "Ringrazio di cuore chi mi ha permesso di poter realizzare questo sogno: la mia famiglia, il Coni, la Rari Nantes Savona, la Federazione e in particolare la Marina Militare senza la quale non avrei potuto iniziare questo splendido percorso".

Roberto Vassallo

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