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Ciclismo | 06 luglio 2017, 17:54

Ciclismo, l'ex presidente di giuria al Tour de France Francesco Cenere commenta il caso Sagan: "Non critico la giuria, ma personalmente avrei cercato di non penalizzare al 100% un solo corridore".

L'ex vicesindaco di Loano, che ha presieduto la squadra dei giudici di corsa nell'edizione 2010 della Grande Boucle, si è espresso sul caso costato l'esclusione dalla corsa francese al campione del mondo: "È stato evidenziato in modo forte il suo comportamento, senza tener conto di quello di Démare che ha modificato la sua linea di volata".

Ciclismo, l'ex presidente di giuria al Tour de France Francesco Cenere commenta il caso Sagan: "Non critico la giuria, ma personalmente avrei cercato di non penalizzare al 100% un solo corridore".

Il Tour de France, la più importante corsa ciclistica a tappe del mondo, è in pieno svolgimento. L'edizione 2017, che ieri ha visto trionfare l'italiano Fabio Aru, è stata però fin qui contraddistinta dall'episodio che ha visto come protagonista Peter Sagan. Il campione del mondo infatti a seguito di una scorrettezza commessa durante la volata della terza tappa è stato espulso dalla competizione. Abbiamo chiesto un parere su questa decisione a Francesco Cenere, ex vicesindaco di Loano ma soprattutto direttore di gara sportivo a livello internazionale nonché presidente di giuria al Tour de France 2010:

"Innanzitutto va sottolineato che non si è trattato di un caso facile da giudicare - ha esordito l'ex presidente della giuria alla Grande Boucle - dal mio punto di vista però quello che non è andato bene è l'aver cambiato la decisione dopo un primo giudizio (Sagan inizialmente era stato penalizzato di 30 secondi, dopodiché si è deciso di estrometterlo definitivamente dalla corsa ndr). 

"Sul fatto in sé, secondo me c'è stata una disparità di trattamento: per Sagan sono andati oltre un principio generale che sostiene che ci debba essere proporzionalità tra infrazione e sanzione. Probabilmente avendo considerato anche la caduta all'ultimo km, hanno messo insieme le questioni senza però tenere in considerazione un'altra gravissima infrazione compiuta da colui che si è poi aggiudicato la tappa, ovvero Démare: il francese ha attraversato completamente la strada passando da un lato all'altro, interrompendo così l'azione di un altro corridore, Bouhanni, che ha rischiato di cadere". 

"È stato evidenziato in modo forte il comportamento di Sagan - ha proseguito Cenere - senza tener conto di quello di Démare: il regolamento dice che non si può deviare dalla linea di volata, soprattutto se modificandola si crea un danno ad altri. A mio avviso si poteva essere severi ma diversamente, ad esempio penalizzando sia Sagan che Démare di 80 lunghezze nella classifica a punti: sarebbe comunque stato un segnale forte. Per comprendere al meglio certe decisioni però, bisognerebbe essere al Tour perciò posso capire la giuria che ha sommato tutta una serie di irregolarità avvenute nell'ultimo km, dimenticandosi il cambio di direzione del campione francese".

A proposito di Mark Cavendish, il corridore "colpito" da Sagan e caduto poco prima del traguardo, Cenere ha così commentato il tentativo di sorpasso forse un po' troppo azzardato dell'atleta britannico:

"È il suo modo di affrontare gli sprint, un po' spregiudicato: ha visto che si apriva un varco tra Sagan e le transenne e ci ha provato. Meritava una sanzione? No, lui ha cercato di scavalcare l'avversario, non ci sono gli estremi per considerarla una condotta da sanzionare".

Troppo severa dunque la decisione di escludere il campione del mondo dalla corsa?

"Ripeto: la giuria poteva declassare Sagan e Démare senza penalizzare troppo lo stesso campione del Mondo e la sua squadra. Sarebbe stata comunque una decisione importante anche in vista delle prossime volate che ci saranno da qui alla fine della corsa. Non critico comunque la giuria - ha concluso Cenere - anche se io al loro posto, probabilmente, avrei cercato di non penalizzare al 100% un solo corridore".

Roberto Vassallo

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