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Calcio | 22 novembre 2017, 18:30

Calcio, opinioni. I commenti dei tecnici savonesi al "post-Tavecchio", seconda parte

Altri addetti ai lavori, dalla serie D ai settori giovanili, fanno il punto sul momento del calcio italiano e sul da farsi per ripartire

Calcio, opinioni. I commenti dei tecnici savonesi al "post-Tavecchio", seconda parte

Dopo il parere riportato ieri da due tecnici impegnati con il calcio "dei grandi", quest'oggi vi proponiamo alcune riflessioni puntando l'attenzione lasciando spazio a due tecnici che dedicano gran parte del loro tempo all'attività giovanile e ad un tecnico navigato e protagonista di grandi successi, ottenuti in buona parte nella nostra provincia.

Carlo Sarpero, ex allenatore Juniores Albissola

“Credo siano dimissioni giuste, perché non si è trattato solo di un fallimento a livello Nazionale. C’è chi difende l’operato di Tavecchio coi Centri Federali, ma questi diventano inutili se poi un giovane non riesce ad emergere nei vivai o nelle prime squadre perché ci sono altri metri di giudizio nella scelta di chi far giocare. E questo succede dal basso fino ai livelli più alti del calcio, come denunciò a suo tempo Gentile. Come rimediare? Ora paga il presidente, ma se si mettono altri pupazzi al suo posto difficilmente cambierà qualcosa. Una soluzione può essere ciò che dice Albertini ma il vero problema è che si danno buone soluzioni ma si usa poca cultura sportiva e umana. Ci vuole più spazio per la meritocrazia e serve che i tecnici vengano preparati a dovere, ma purtroppo ogni volta si parla soltanto: il problema non è trovare nuove soluzioni ma cominciare a fare ciò che da molto tempo si dice e non si mette in pratica”

Luca Monteforte, allenatore Ligorna

“Il tutto è figlio di un modo di pensare ed agire che ha questo Paese, ed è inevitabile che questo si rifletta anche nel mondo del pallone. Corretto che abbia lasciato Tavecchio, anche se da allenatore mi sarei aspettato che a rassegnare le dimissioni dopo la mancata qualificazione fosse anche Ventura. Sarebbe stato un atto di presa di responsabilità da parte della guida tecnica, visto che si tratta della seconda volta nella storia che l’Italia manca alla rassegna iridata. Ora credo si debbano ridisegnare i quadri federali e dar spazio ai tecnici piuttosto che ai politici”

Stefano Firpo, allenatore in seconda e giovanili Finale

“Un atto formale come le dimissioni può anche essere giusto, però è tutto il sistema che va cambiato radicalmente a partire dai settori giovanili, la base dove si costruiscono i giocatori. Il problema in Italia lo abbiamo dall’attività di base in avanti, con le società, quelle dilettantistiche in primis, che sul settore giovanile a volte spendono quasi nulla: basta vedere realtà dove ci sono leve con venti bambini a cui tocca allenarsi con sei o sette palloni, giusto per fare un esempio. Ripartirei dai settori giovanili, mettendo degli educatori fin dalla base, altrimenti vedo difficile uscire da questa situazione, con un progetto serio che metta gli allenatori capaci soprattutto nelle scuole calcio. Negli ultimi decenni nel nostro Paese non è stato così, siamo arrivati al punto di trovare al sabato squadre di pulcini con più di venti tesserati che si presentano con la metà degli elementi. Tutto perché si pensa al risultato senza tenere in considerazione l’aspetto ludico ed educativo del gioco e del percorso di graduale crescita che sarebbe giusto cercare”

Mattia Pastorino

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