Calcio, Albissola. Fuori il carattere, il tempo delle parole è finito

Ogni partita, riavvolgendo il nastro, regala spesso spunti positivi ai quali appigliarsi, soprattutto per ripartire dopo una prestazione negativa: raramente capita infatti di andare incontro a debacle totali, cosa che però è successa mercoledì sera all'Albissola.

Tolta la giocata di Martignago, sfruttata nel migliore dei modi da Cais, la prova dei ceramisti ha sconfortato sotto ogni punto di vista, soprattutto a livello mentale e caratteriale.

Nelle gare precedenti, pur con evidenti limiti a livello di presenza fisica in campo, Sancinito e compagni erano comunque sempre riusciti ad abbozzare una reazione credibile; contro la Pistoiese, invece, i biancocelesti hanno giocato in maniera assolutamente monotona, senza riuscire ad alzare il ritmo di gioco per tutti i novanta minuti, quasi come se stesse partecipando alla tipica sgambata del giovedì e non a una partita contro una squadra anch'essa a secco di vittorie da inizio stagione.

Un atteggiamento che ha lasciato perplessi i numerosi addetti ai lavori, compresa la mancanza di carisma da parte dei giocatori più esperti: nessuno sembra infatti spingersi oltre al "compitino", tenendo conto anche dal silenzio proveniente dalla metà campo albissolese.

Che il campionato sulla carta potesse risultare ricco di difficoltà era facilmente prevedibile, ma l'arrendevolezza palesata al "Gastaldi" rischia di avere effetti devastanti, nonostante manchino ancora più di 30 partite al termine della stagione.

Il ds Mussi ha difeso il lavoro portato avanti nel corso dell'estate, ritenendo la rosa all'altezza di tante altre formazioni militanti in serie C: se così è non resta che dimostrarlo.