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Calcio | 24 aprile 2019, 11:52

Calcio. Porcella ascoltato dalla Procura Federale in merito al presunto saluto fascista: "Parlano i fatti, non le chiacchiere"

Il materiale fotogafico presentato da Rossano Porcella alla Procura Federale

Il materiale fotogafico presentato da Rossano Porcella alla Procura Federale

Si è svolta ieri, a Firenze, l'udienza di Rossano Porcella  con la Procura Federale, in meritò al presunto saluto fascista avvenuto nel corso dei festeggiamenti a seguito della vittoria nel derby del Soccer Borghetto contro il Borghetto.

Il tecnico ha portato con sè numerose prove fotografiche per dimostrare la propria innocenza, dopo l'eco mediatica che ha avuto il suo deferimento, arrivato alla ribalta anche dei quotidiani nazionali.

 

Mister, ieri si è svolta l'udienza, le sue sensazioni?"

"E' la prima volta che parlo dopo quanto avvenuto e sono sinceramente rammaricato per le accuse che mi sono state rivolte.

Ringrazio la Procura per la cordialità e il rispetto con la quale si sono rapportati nei miei confronti, rispetto che è venuto meno nei confronti della mia persona da parte di chi ha evidenziato questo tipo di accuse.

Oltre a un danno di immagine pesante, ho subito un danno economico visto che, a spese del sottoscritto ho dovuto presenziare negli uffici federali. a difendermi da un gesto che non ho commesso".

 

L'hanno accusata di essere razzista.

"Io razzista? Stiamo vivendo un periodo dove il razzismo lo rivolgiamo nei confronti di noi stessi, dove la libertà di pensiero viene compressa. Non ho mai partecipato a nessuna manifestazione politica, da Casapound fino ai centri sociali e vengo accusato per un singolo frame in un momento di festa, dove risulta evidente, nelle foto precedenti e successive, come quell'istante sia stato estrapolato dal contesto generale.

Capisco se una determinata immagine possa essere ricondotta in un contesto di una manifestazione politica, dove il saluto romano possa ledere ai valori costituzionali, ma accusarmi di un simile gesto, nel corso dei festeggiamenti post derby, ha davvero poco senso.

Per quanto concerne l'accusa di razzismo, alzo le spalle e lascio ai radical chic le chiacchiere da salotto, lasciando parlare i fatti: ho ospitato a Natale ragazzi lontano dai loro paesi di origine: argentini, albanesi, africani. Uno su tutti Momo Mbaye, un ragazzo proveniente dall'Africa con il quale ho un rapporto straordinario. Lui per primo ha preso le mie difese".

 

Le sono stati contestati anche alcuni post su Facebook.

"Anche quelli ho voluto presentare alla Procura. Sono post goliardici, come si leggono costantemente sui social, privi di ogni significato politico. Domani tra l'altro è il 25 Aprile, e proprio mio nonno mi ha sempre ricordato cosa avvenne durante la guerra. Anni terribili, indipendentemente dalle convinzioni politiche di qualsiasi persona".

 

Ottimista per l'archiviazione del caso?

"Lo sono, ma anche se dovessi essere condannato non farò ricorso o non ricorrerò a patteggiamenti. Sono e voglio uscire pulito".

Lorenzo Tortarolo

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