Calcio - 26 marzo 2020, 11:50

Secchiata d'acqua di Ghirelli sul mondo del calcio: "Paese disperato, non parliamo di promozioni e retrocessioni"

Il presidente della Lega C interviene su tuttoc.com

Secchiata d'acqua di Ghirelli sul mondo del calcio: "Paese disperato, non parliamo di promozioni e retrocessioni"

"Bisogna salvare il calcio, altro che le classifiche. C'è un Paese disperato che cerca mascherine, piange i propri morti, non sa se tornerà ad avere un lavoro e noi litighiamo su promozioni e retrocessioni...?".

Sono molto dure le parole di Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, intervistato da TuttoC.com.

Ghirelli è stato stuzzicato sul possibile scenario che potrebbe riguardare la serie A in caso di stop definitivo dei campionati (blocco delle retrocessioni e promozioni delle prime e, forse, delle seconde, dalla C alla B) e non solo.

Ha così risposto: "A decidere saranno il governo e i ministeri che ci diranno se si può giocare o meno, ci sarà la FIGC che in caso di stop prenderà una decisione. Ma c'è un convitato di pietra, quel virus maledetto, che, ripeto, ti fa capire come promozioni e retrocessioni sono cose estremamente secondarie. C'è un grave problema sanitario in Italia, ci saranno gravi problemi economici. È cambiato il mondo, c’è una guerra in atto, non si ragiona più come prima. Io comunque spero di giocare domani. Poi c’è chi ha speranza di essere promosso, chi di non retrocedere. Però c’è la realtà. La realtà dice che per esempio Monza, Vicenza e Reggina, che si sono fatte in quattro quest'anno per puntare alla B e giustamente sperano di salire, dovranno rapportarsi col sistema. Ma ci sarà tempo per questo, inutile pensarci adesso...".

"Quando tutto finirà, noi non torneremo dalle ferie ma dalla guerra. E sa cosa fece mio padre quando tornò dalla guerra? Sistemò il tetto della casa. E lo fece anche rapidamente, altrimenti si sarebbe allagato tutto. Inoltre questa è una guerra diversa. Quando finirono le guerre normali la gente corse in strada ad abbracciarsi, a ballare, a stare insieme. Noi, quando tutto questo finirà, avremo paura degli assembramenti. Pensate allo stadio, allo stare tutti vicini, alle esultanze sugli spalti. In tanti non andranno allo stadio finché non ci sarà il vaccino perché avranno paura. In un Paese che cerca mascherine, piange i propri morti, non sa se tornerà ad avere un lavoro e noi litighiamo su promozioni e retrocessioni? Vorrei dire una cosa violenta ma non voglio essere maleducato. Ma di che parliamo?".

A proposito delle 60 squadre di serie C: "Stanno reagendo con grande unità, sono compattissime. Sanno che prima di tutto c'è un problema economico da risolvere. Il presidente della Feralpisalò, Pasini, ha interrotto gli altiforni. Sa quanto servirà per rimetterli in piedi? Parliamo di mesi e parliamo di uno degli imprenditori più solidi della nostra Lega. Il rischio, tra pochi mesi, è che ci sia una moria di squadre che non si iscriveranno. E non per i fallimenti, come accadeva in passato, ma perché non avranno più soldi da investire nel nostro sistema. Mettiamoci in testa che l'azienda madre verrà preferita rispetto all'azienda calcio".

redazione

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