Calcio - 16 aprile 2015, 11:31

Il calcio visto dall'altra parte del Mondo. Nicola Carofiglio si racconta a Svsport.it

Il difensore ex Sampdoria gioca nel Werribee, in Australia: "Qui hanno margini di crescita esponenziale e lo spirito sportivo è completamente diverso rispetto all'Italia. Tornare nel Belpaese? Mi farebbe grande piacere"

Nel corso degli ultimi anni sempre più ragazzi, intimoriti dalla crisi che sta attraversando l'Italia, si stanno recando all'estero alla ricerca di una nuova opportunità. Un fenomeno che si sta verificando anche all'interno del mondo calcistico, dove processi di contaminazione sempre più accelerati stanno di fatto riscrivendo la "geopolitica" del pallone.

Il movimento australiano, ad esempio, è in fortissima ascesa e tra le fila del Werribee, squadra che milita nella Major Premier League, milita una vecchia conoscenza del calcio savonese: Nicola Carofiglio.


Nicola, buongiorno o buonanotte?

"Qui a Melbourne assolutamente buonasera"

 

Cena italiana in programma?

"Ho provato a staccare quasi completamente il cordone ombelicale con l'Italia al fine di integrarmi nel minor tempo possibile, ma più di  un tifoso del Werribee mi porta a casa alcuni  ingredienti tipici del nostro Paese. Qui c'è un modo di vivere il calcio tutto particolare".

 

In Italia se un tifoso si presenta alla porta di un giocatore solitamente sono guai.

"Qui non è affatto così, c'è un clima di partecipazione e aggregazione davvero contagioso, ma non solo  sugli spalti, anche in campo. L'agonismo è nel dna degli australiani, complice il loro amore per il rugby, ma, a fine partita, terzo tempo e amici più di prima. Qui si lavora moltissimo sotto il profilo atletico, e si cura meno l'aspetto tattico, ma devo dire che fisicamente non mi sentivo così bene dai tempi della Primavera della Sampdoria".

 

Il potenziale dello sport australiano, dagli antipodi, sembra incredibile.

"E in realtà è proprio così, ogni squadra ha strutture a propria disposizione assolutamente futuristiche se rapportate all'Italia, anche se qui c'è un'organizzazione e una cultura del lavoro completamente diversa rispetto alla nostra. Adattarsi non è stato del tutto facile, ma una volta trovata la quadra ci si riesce ad esprimere al meglio".

 

Strutture necessarie per sviluppare al meglio i settori giovanili, un aspetto in cui sei direttamente interessato.

"Già, alleno bambini nella Juventus Academy del Brimbane. E' una bellissima esperienza, ma che testimonia il gap che il calcio italiano deve compiere rispetto ad altri movimenti. I marchi delle società inglesi, sono molto più apprezzati".


Tornare in Italia è un'ipotesi così remota?

"Assolutamente no, mi piacerebbe rientrare, anche se qui si sta davvero bene. Vediamo se nel giro delle prossime settimane si potrà aprire qualche opportunità utile per riavvicinasrsi a casa, ne sarei lieto".


Prima hai parlato di Sampdoria. Hai qualche rimpianto vista la grande carriera che hanno intrapreso alcuni tuoi compagni di squadra?

"Vincere lo scudetto è stato fantastico, lì ho conosciuto grandi amici e un maestro di vita assoluta come mister Fulvio Pea. Recentemente mi sono sentito sia con Obiang che con Soriano. Mi ha fatto davvero piacere vedere Roberto in Nazionale, scherzosamente gli ho raccontato quando nel corso degli allenamenti gli infilavo un tunnel dietro l'altro. Col senno del poi sarebbe stato quasi impossibile pronosticare il mio trasferimento in Australia e il suo approdo in maglia azzurra, ma questo è il bello di uno sport unico come il calcio".

Lorenzo Tortarolo