Calcio - 16 novembre 2017, 10:53

L'editoriale. Il Mondiale degli Esclusi a Savona? Pietra Ligure punti allora sulla Formula 1...

Ecco perchè l'idea lanciata ieri dall'Assessore allo Sport del Comune di Savona, Maurizio Scaramuzza, rimarrà una semplice suggestione

Dai confini savonesi fino alla ribalta nazionale in appena poche  ore: l'appello dell'Assessore allo Sport del Comune di Savona, Maurizio Scaramuzza, almeno a livello mediatico ha fatto davvero centro.

L'idea di ospitare a Savona il "Mondiale degli Esclusi", il torneo con le principali Nazionali rimaste fuori da "Russia 2018" (tra cui, ahinoi, l'Italia) ha scatenato curiosità e anche un genuino moto di approvazione, ma basta fare quattro passi dalle parti di Via Cadorna per rendersi conto di quanto l'idea di una simile iniziativa appaia (quantomeno) coraggiosa.

Aspettarsi che la Fifa possa dare il suo placet una simile iniziativa, comprese le federazioni nazionali, in un impianto vetusto come il Bacigalupo, ha le medesime possibilità che la FIA (la Federazione Internazionale dell'Automobile) decida di abbandonare Montecarlo e di istituire il Gran Premio di Pietra Ligure.

Certo, la "variante della Sati" o la "curva del cantiere navale" avrebbero anche il loro fascino, in barba alla Rascasse o alla Sainte Devote, ma risulta difficile immaginare il presidente Jean Todt, ex direttore tecnico della Ferrari, orientato verso questa direzione.

Scherzi a parte, i parametri regolamentari dell'Uefa per gare di questo prestigio risultano davvero stretti: tra impianto di illuminazione, capienza, aree stampa e parcheggi riservati (solo per citare i principali), il vecchio "Baci" nemmeno si avvicina ai requisiti richiesti, tanto che sono bastate due semplici amichevoli, Savona - Genoa e  Genoa - Heerenveen, disputate la scorsa estate, per far emergere più di un imbarazzo.

Saturato il parcheggio di fronte al Campus Universitario, anche per gli addetti ai lavori, è iniziata la caccia al posto auto in Via Pietragrossa e traverse limitrofe, senza dimenticare la conferenza di Ivan Juric di fronte al bar proprio perchè la sala stampa era stata adibita (per mancanza di altri spazi) ad area ristoro delle squadre (con ogni ben di dio). 

Ben più fastidiosa la mancanza di cartelli adeguati nella biglietteria di Via Chiabrera (ah, quanto sarebbe bello vedere la tifoseria dell'Olanda tra quelle bucoliche mura in pietra) dove in pochi minuti, per l'assenza delle più basilari indicazioni, si sono create delle inutili code.

Infine, il fondo dissestato del Bacigalupo farebbe scappare a gambe levate campioni e top player: Insigne e Strootman dove preferirebbero adagiare le loro caviglie? Salla sabbia di Formentera o in una zolla ai piedi della Gradinata Perachino?

Il mondo dello sport italiano, e del calcio in particolare, non può più permettersi di ragionare con la mentalità del grande evento fine a sè stesso; la casa va infatti ricostruita delle fondamenta, ovvero da un'adeguata riqualificazione dell'impiantistica sportiva visto che, riportando lo sguardo in Provincia di Savona, l'ultima grande operazione infrastrutturale fu promossa dal compianto Lelio Speranza a ridosso degli anni '80.

Pensare a una manifestazione d'eccellenza, quando buona parte degli impianti nazionali e locali non raggiungono nemmeno le minime condizioni di sufficienza sarebbe a dir poco irresponsabile, ancor più in un momento di grave crisi tecnica come quello attuale.

Immaginarsi però una netta inversione di tendenza, dopo gli innumerevoli tagli dell'ultima decade e i recenti segnali, rasenta quasi l'ingenuità. Forse allora è giusto lasciarsi andare a sogni e utopie, con la testa di Florenzi fare capolino dal tunnel del "Bacigalupo" o Vettel ed Hamilton pronti a fare ruotate nella rotonda di fronte al Santa Corona...

Lorenzo Tortarolo