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Altri sport | 15 ottobre 2019, 17:20

Judo, Marco Zunino si gode il Marocco: "Anche dopo 45 anni è un'emozione indescrivibile"

Lo spotornese ha appena conquistato a Marrakech l'argento ai Mondiali Veterans con una dedica speciale: "La spinta decisiva è arrivata dalla mia bimba"

Judo, Marco Zunino si gode il Marocco: "Anche dopo 45 anni è un'emozione indescrivibile"

La voce che apre la telefonata è chiara e nitida nonostante la distanza dall'Italia al Marocco, ma appena si comincia a parlare del suo secondo posto ai World Judo Veterans Championship l'emozione irrompe nelle parole di Marco Zunino, che da Marrakech ci racconta il suo ennesimo successo intercontinentale di qualche giorno fa.

"E' stato davvero un rientro col botto, non me l'aspettavo nemmeno”. Sincero ed orgoglioso il judoka spotornese che ha trionfato nello scorso fine settimana nella categoria M5 classe -100kg della competizione mondiale al rientro dopo un periodo di assenza dai grandi palcoscenici: “Da due anni ero fuori dal giro internazionale. Ma sarà stato anche il fatto che sugli spalti c'era la piccola a tifare per me e a darmi quella spinta in più che mi ha portato a questo risultato”.

Un risultato arrivato dopo la conquista nel 2015 del titolo mondiale M4 -100kg ed altre medaglie in carriera, ma questa volta ha un gusto particolare: “Pratico il judo da quarantacinque anni però quando ho vinto la semifinale dopo quattro minuti di golden score è stata un'emozione indescrivibile. In carriera avevo già vinto i World Master Games per i veterani a Torino nel 2013, ma il mondiale ha tutto un altro sapore. C'era veramente tutto il meglio del judo globale”.

Una competizione di livello assoluto quindi, che ha richiesto all'atleta della Polisportiva Spotornese grandi prestazioni e quella che è l'arma segreta di ogni campione: “La partenza è stata in salita, basti pensare che il primo combattimento è stato con un azero campione ad Europei e Mondiali. Quando ho visto il tabellone ero un po' preoccupato, invece mi sono gestito bene e sono arrivato fino in fondo.

Cosa ci vuole per arrivare qui? Parecchi sacrifici, specialmente quando hai una bimba di poco più di un anno di età. Tutte le mattine anziché svegliarmi alle 8 mi alzo alle 7 per allenarmi da solo, faccio preparazione atletica e poi tre o quattro sere a settimana mi alleno col Judo. E' un sacrificio grande ma alla fine ne è valsa decisamente la pena”.

 

Mattia Pastorino

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