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Calcio | 12 novembre 2019, 18:00

Calcio, Juniores. Matteo Siri entusiasta del progetto Olimpia Carcarese: "Al primo posto il miglioramento di ogni singolo"

L'ex centrocampista Aurora e Olimpia Carcarese analizza a 360° il mondo della juniores biancorossa

Calcio, Juniores. Matteo Siri entusiasta del progetto Olimpia Carcarese: "Al primo posto il miglioramento di ogni singolo"

Matteo Siri è felicissimo di poter allenare la Juniores dell'Olimpia Carcarese: "Nella mia umile carriera calcistica ho giocato in due società: Carcarese e Aurora, entrambe le ho nel cuore, ma la prima un pochino di più, in quanto sono nato e cresciuto a Carcare. Per me tornare sulla panchina del Candido Corrent è stata una grande soddisfazione, un’iniezione di fiducia ma allo stesso tempo anche di grande responsabilità, dovuta anche al fatto che la juniores biancorossa non esisteva da tanto tempo. Un ringraziamento particolare va a Matteo Graffa che si è impegnato per creare la squadra. L’ultima juniores che ha vinto il campionato provinciale è stata proprio la mia, era il 2007 e il mister era il grandissimo Bruno Peirone. Mi piacerebbe vincere con questa maglia anche nelle vesti di allenatore. La strada è ancora molto lunga, la squadra è nuova e ha bisogno di essere amalgamata e di capire alcuni automatismi importanti. Non nascondiamo di avere dei limiti, ma sono molto contento dell’atteggiamento e dell’impegno dei ragazzi, che ad ogni allenamento e partita danno il massimo seguendo con rispetto e dedizione le mie idee. Nulla sarebbe stato possibile senza Andrea Alloisio, il Ds Gandolfo e il responsabile del settore giovanile Comparato, tre amici, tre compagni di squadra e ora tre dirigenti che insieme al presidente Vercelli, stanno cercando di riportare la Carcarese dove merita. Infine ringrazio il mio prezioso collaboratore Paolo Alloisio, ragazzo straordinario sia in campo che fuori".

Con nove punti in sette partite, i biancorossi occupano una posizione di centro classifica. 

Prima esperienza con una Juniores. Come mai questa scelta?

"È da quando ho 16 anni che seguo il settore giovanile. anche da giovane, prima di prendere il patentino UEFA B, ho sempre avuto questa passione che mi e stata trasmessa dal mio amico Sergio Soldano, persona di grande competenza e professionalità, per me è stato un maestro, ancora oggi ho la fortuna di potermi confrontare con lui. Le mie esperienze precedenti hanno riguardato categorie come Esordienti e pulcini. La decisione di allenare la Juniores è stata per me una sfida in quanto se prima ero abituato a insegnare i fondamentali e la formazione del giocatore, ora invece devo preparare i ragazzi alla prima squadra e dare anche un’occhiata ai risultati. Credo però che il mio ruolo di educatore e istruttore permanga, anche se la categoria è differente e i ragazzi sono più grandi. Il calcio, infatti, per me è una grande scuola di vita".

Allenando un Juniores, conta di più migliorare ogni singolo, come nel settore giovanile, o creare un gruppo capace di fare risultati?

"Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ritengo che sia fondamentale per un giocatore. Prediligo la tattica individuale rispetto a quella collettiva, in quanto rende un giocatore duttile, in grado di giocatore in più reparti e di conseguenza consente di sviluppare un’intelligenza calcistica più ampia".

Qualche giocatore già pronto per i grandi c'è?

"Secondo me in rosa ci sono 5 giocatori che possono avere la possibilità di giocare in prima squadra, tra questi Lorenzo Alloisio, che purtroppo ha subito un grave infortunio al ginocchio e questa stagione non potrà dare il suo contributo in campo, ma non ci fa mancare il suo supporto seguendoci tutte le partite, anche in trasferta".

Domenica una sconfitta con la San Filippo...

"Purtroppo non tutte le ciambelle escono con il buco, sabato con il San Filippo neri abbiamo fatto una partita da dimenticare, ma non ci demoralizziamo e lunedì saremo di nuovo in campo a lavorare duramente per la prossima gara analizzando i nostri errori e cercando di limare i difetti ed esaltare i nostri pregi, Dico sempre ai miei ragazzi che tra noi e la prima squadra c è solo un metro di distanza che separa le porte degli spogliatoi, anche noi abbiamo delle responsabilità e il dovere di onorare la maglia che indossiamo".

 

Michael Traman

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