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Calcio | 18 novembre 2020, 10:48

La maxi rissa Quiliano&Valleggia-Dianese&Golfo finisce in Tribunale, ascoltate le testimonianze

Imputato il capitano della Dianese Matteo Calandrino che al termine del match lo scorso 17 dicembre 2017 avrebbe colpito sul naso il massaggiatore del Quiliano Federico Armellino

La maxi rissa Quiliano&Valleggia-Dianese&Golfo finisce in Tribunale, ascoltate le testimonianze

Una due giorni di testimonianze dei testi del Pubblico Ministero, della parte civile e dello stesso imputato, per capire cosa fosse successo sul campo sportivo “Picasso” la domenica del 17 dicembre del 2017 al triplice fischio della partita di prima categoria Quiliano&Valleggia-Dianese&Golfo.

Quel giorno vinse il match nei minuti di recupero la squadra di casa e successivamente scoppiò una rissa che vide coinvolti, tra i tanti, il difensore della Dianese Matteo Calandrino e il massaggiatore del Quiliano Federico Armellino.

Immediato fu l’arrivo dei carabinieri e delle ambulanze della Croce Rossa locale che trasportarono quattro feriti all’ospedale. Successivamente Armellino, colpito al naso, denunciò Calandrino (anch'esso trasportato per cure all'ospedale San Paolo di Savona) per averlo colpito e dopo le indagini e le testimonianze fornite alle forze dell’ordine il gip lo ha rinviato a giudizio.

Il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Di Somma con la sua testimonianza ha dichiarato di essere stato chiamato per una rissa partita da 40-50 persone e l'arbitro Filippo Masini ha confermato che nel tafferugli erano presenti tutti i giocatori e le panchine di tutte le squadre oltre ad un numero imprecisato di persone entrate all'interno del rettangolo da gioco che non potevano entrare e che il colpo inferto da Calandrino sarebbe avvenuto all'interno della rissa.

“Un giocatore avversario, difensore numero 5, il capitano Calandrino, si è scagliato contro Armellino e gli ha scagliato un colpo dietro. Mi trovavo a centrocampo/alla trequarti, ho visto esattamente quello che è successo” ha detto in aula al giudice Giorgia Felisatti e al pm Claudio Martini, Rigers Uruci, giocatore del Quiliano - Dopo il triplice fischio ho visto che Calandrino ha preso la rincorsa ed è andato verso la panchina in direzione Quiliano e ha scagliato un colpo con la mano destra in faccia a Federico Armellino. Dopo questo gesto c’è stata una mischia e hanno cercato di dividerli, si sono calmate le acque”.

Nel contempo in un’altra zona del campo si è verificato una rissa che ha coinvolto più soggetti, tra giocatori e dirigenti.

“C’era abbastanza movimento dopo quel contesto in un’altra zona del campo, c’era un raggruppamento di persone che ha iniziato a spingersi e a strattonarsi. Dopo qualche minuto, si sono raggruppati verso l’uscita del campo e si è verificata una rissa. Mi ricordo che ero presente lì per cercare di dividere, c’era Il mister” ha continuato Rigers.

“C’è stato un parapiglia delle due squadre e il nostro massaggiatore Federico Armellino stava andando via, dalla parte opposta Matteo Calandrino correva verso di lui e l’ha colpito nel setto nasale ed era subito una maschera di sangue - il ricordo di Alessandro Russo, calciatore che per quella partita era infortunato, presente dietro le panchine - La rissa è nata nei pressi della panchina del Quiliano e sono entrato per dividere. La nostra squadra è rimasta in campo non per continuare la rissa, il nostro mister (Enrico Ferraro) è stato espulso ed era negli spogliatoi ed è stato aggredito, colpito da vari giocatori”.

“Stavo transitando dalla passerella del campo, si è vista tutta la scena, quando ho visto il capitano della Dianese colpire Armellino e ha continuato ad infierire. L’ha colpito in modo talmente violento che da padre di famiglia la cosa mi ha urtato, Armellino sta facendo segno con le mani di calmarsi era vicino alla panchina” la testimonianza di Vincenzo Masala, cittadino che aveva visto la scena.

Il Pubblico Ministero si è soffermato anche su un altro episodio, una testata che un giocatore del Quiliano&Valleggia avrebbe dato al giocatore della Dianese Luca Arrigo.

“La partita era giunta praticamente al termine, un giocatore avversario mi è venuto incontro e pensavo mi volesse dare la mano, invece mi ha sferrato una testata sul naso. Da li è scoppiato un parapiglia ed è durato poco, sono stato portato negli spogliatoi e mi stavano medicando, poi ho sentito delle urla mi sono sporto fuori e ho visto che molti erano in un angolo all’uscita dal campo. Sono stato soccorso dal nostro medico e poi è arrivata l’ambulanza e sono andato al pronto soccorso. Non mi ricordo chi mi ha colpito” ha detto Arrigo.

“Mi ricordo che alla fine della partita un ragazzo che era stato sostituito ha colpito un nostro giocatore nei pressi della panchina del Quiliano. Ho visto un parapiglia generale, la rissa si è sviluppato a centrocampo - ha dichiarato Luca Spandre, presidente della Dianese - Cercavo di entrare per dividere ma non mi è stato permesso dal Quiliano, giustamente perché il regolamento dice così, ma alcuni che sono entrati non erano autorizzati”.

“Appena ho potuto sono andato dai miei giocatori e li ho fatto entrare tutti negli spogliatoi, sono entrato dall’arbitro e c’erano già due dirigenti del Quiliano e ho fatto presente che tre giocatori erano stati colpiti. Mi ricordo che all’arbitro ho detto di contestualizzare il fatto che c’erano 40-50 persone che si spintonavano, che è impossibile che abbia fatto tutto Calandrino - ha proseguito Spandro - Gli aggrediti eravamo noi, la testata ha fatto partire tutto, l’arbitro non era proprio lucido, ci è stato espulso l’allenatore al 26esimo del primo tempo ed era scritto dall’arbitro che lui fomentava la rissa al 38esimo del secondo tempo, ma in realtà non era lui ma il mister del Quiliano”.

“Una solita partita tirata di prima categoria, classico nervosismo tra chi vince e chi perde. Nel finale della partita, qualcuno andava tranquillo verso gli spogliatoi, altri invece insulti e spintoni e poi c'era Armellino nel gruppetto della panchina che stava uscendo e ho visto Calandrino correre per tirargli un pugno e l'ha colpito. Dopo altre collutazioni sono arrivate le ambulanze e i carabinieri” spiega Fabio Lupi, ex difensore del Quiliano.

Infine è stato ascoltato l’imputato, che in quell’occasione era stato trasportato in ambulanza così come il compagno Arrigo e il mister del Quiliano Enrico Ferraro.

“Alla fine della partita me ne stavo andando e mentre mi dirigevo verso gli spogliatoi ho sentito delle urla verso le panchine sono intervenuto, visto che sono il capitano, per cercare di portare via i miei compagni. Nel fare questo sono rimasto coinvolto in questa rissa, sono stato colpito e quando mi sono rialzato ho visto che una persona veniva incontro a me e l'ho colpito con la mano sinistra. La rissa è iniziata perché è stato colpito con una testata Arrigo” la testimonianza di Calandrino, difeso dall’avvocato Gianvito Garassino.

Il processo riprenderà il prossimo 23 novembre con i testimoni della difesa.

Luciano Parodi - Savonanews

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