Sono attese per oggi le prime concrete anticipazioni relative al nuovo Dpcm che verrà varato dal presidente del Consiglio, in tandem con il governo e il Comitato Tecnico Scientifico.
Il primo punto fermo va alla proroga dello stato di emergenza almeno fino al 30 di aprile, in più le maglie dei provvedimenti in atto andranno ulteriormente a stringersi, impedendo lo spostamento tra regioni anche in zona gialla e l'asporto ai bar dopo le ore 18.
Il motivo, sottolineato dal ministro della Salute, Roberto Speranza è uno: limitare la circolazione delle persone e di conseguenza del virus per facilitare le prime inoculazioni del vaccino.
Entro marzo, dovrebbero essere vaccinati infatti 6 milioni di individui, "appena" il 10% circa della popolazione italiana.
Ecco perchè, dati e intenzioni politiche alla mano, risulta a dir poco utopico intravedere la ripresa degli sport dilettantistici di contatto, su tutto il territorio nazionale, almeno fino a primavera. Qualche timida apertura la si potrà eventualmente avere per l'attività individuale all'interno di palestre e piscine, in caso di un repentino abbassamento della curva pandemica, ma l'ipotesi che le autorità sanitarie permettano gli spostamenti domenicali e l'utilizzo degli spogliatoi a decine di migliaia di tesserati dilettantistici in tutta Italia, appare ad oggi, senza l'utilizzo dei tamponi, irreale.
Imporre inoltre la chiusura dei ristoranti, come di numerose altre attività economiche, e poi permettere a tutto il mondo sportivo dilettantistico, (di ogni disciplina) di chiudersi dentro uno spogliatoio apparirebbe come una misura, ad oggi e con questi numeri, difficile da far comprendere al Paese.
Da Roma sta circolando la voce di una possibile ripresa, in ambito calcistico, solo per l'Eccellenza, effettuando i tamponi rapidi sulla medesima falsariga della Serie D, ma resta un'indiscrezione che al momento (tenendo anche conto di costi e organizzazione) non trova conferma.
Nel caso gli allenamenti non dovessero ripartire prima di aprile, avendo solo maggio e giugno a disposizione per la chiusura dei tornei, il rischio dell'annullamento della stagione diventerebbe inevitabile, a meno di decisioni che però andrebbero a cadere nel grottesco.