Il comunicato stampa:
Dopo la pubblicazione del nuovo DPCM il mondo dello Sport lancia un accorato grido d’allarme.
La decisione di mantenere chiuse palestre e piscine fino al 5 marzo , oltre a procrastinare a data da destinarsi la ripresa degli sport di squadra, ha messo in subbuglio l’intero mondo degli sportivi.
Il nuovo DPCM ha rappresentato una vera e propria “mazzata” per il mondo sportivo dilettantistico e amatoriale, già fortemente penalizzato dai precedenti decreti.
Se molte società sportive erano già sull’orlo del fallimento, adesso il baratro sembra davvero dietro l’angolo, in particolare se i conclamati “ristori” non dovessero giungere in tempi rapidi e si riducessero a cifre modeste.
A tutela degli sportivi di tutta Italia è scesa in campo la Lega Imprese Sportive, associazione di categoria che rappresenta i lavoratori del mondo sportivo nel nostro Paese.
Nei giorni scorsi Giuseppe Pierro, capo dipartimento dello Sport del Governo, è intervenuto nel corso di una diretta sulla pagina facebook della Lega Imprese Sportive: è stato il primo passo verso un dialogo costruttivo tra Governo e mondo sportivo, ma resta forte la preoccupazione per le modalità e le tempistiche di distribuzione dei “ristori”.
Chi lavora nel settore sportivo è sull’orlo del baratro, in quanto lo stop prolungato delle attività ha azzerato completamente gli stipendi di chi opera professionalmente in tale ambito.
Mentre per i “collaboratori sportivi” si è provveduto a dare un contributo, il Governo non ha ancora affrontato il tema dei titolari e gestori delle attività sportive (che oltre a non percepire stipendio non hanno facoltà contrattuale di accedere a cassa integrazione, disoccupazione, contributi a fondo perduto, ecc)
Mentre il Governo ha imposto lo stop prolungato a tutte le attività sportive non ha ancora individuato una soluzione rapida ed efficace in grado di sopperire al mancato stipendio di chi opera professionalmente in tale ambito.
Bollette, mutui, affitti e utenze arrivano senza tregua, mentre i debiti di ASD e SSD continuano a lievitare verso una situazione che a breve potrebbe portare al fallimento definitivo di migliaia di attività (impianti sportivi, palestre, piscine, organizzazioni, ecc).
Il mondo dello sport dilettantistico e amatoriale lancia il proprio grido d’allarme, perché senza un intervento concreto da parte del Governo il terzo settore del nostro Paese rischia di capitolare per sempre.