La Modena-Cattolica, quinta tappa del Giro d'Italia, come da attese si è dimostrata pane per gli sprinter. In una giornata normale si parlerebbe del capolavoro di Caleb Ewan, della sua rimonta ai danni dei nostri Nizzolo e Viviani (che beffa), di un'azione tanto potente quanto da palati fini. Ma purtroppo no, non è stata una giornata normale. Doveva essere la quiete dopo la tempesta, dopo le bollicine di ieri, e sarebbe stata così (nonostante un inspiegabile nervosismo nel gruppo) se un finale di cadute non avesse rovinato tutto.
Sivakov, Fiorelli, Goossens, Dombrowski, Bidard, ma soprattutto Landa. No, non può essere un caso. Ultimi 10 km decisamente complicati, troppi ostacoli per un plotone sparato verso la volata. Va bene lo spettacolo, ma la sicurezza dei protagonisti? È vero, il ciclismo è un sport che contempla il rischio. Ma non sono già abbastanza i pericoli atavici delle due ruote e quelli "moderni" creati dalla sfrontatezza del pubblico che mette gli smartphone in faccia ai corridori? Nel frattempo Landa, che sarebbe stato un grande protagonista di questo Giro, ci rimette la clavicola e saluta la carovana. Sivakov non molla, domani proverà a ripartire, ce la farà?
Tornando alla gara c'è la maglia ciclamino a lenire la delusione per il mancato successo di Nizzolo, terzo Viviani, quarto Sagan, quinto Gaviria. Rabbia e frustrazione per Tim Merlier che paga un contatto proprio con Ewan e perde il treno della volata oltre allo scettro di leader della classifica a punti. Concedetemi un sorriso per il nono posto di Manuel Belletti, alfiere della Eolo Kometa, bello da vedere là davanti con i primi (clicca qui per i commenti del ds Zanatta e di Ivan Basso).
Bello, bellissimo, De Marchi ancora in rosa: oggi in parata, ma domani non ci sarà tempo per cullarsi sugli allori. Si torna in quota, Grotte di Frasassi - Ascoli Piceno: due GPM (a proposito, Dombrowski ammaccato ma sempre maglia azzurra) e una salita di 15 km (pendenza costante del 5%) che porterà al traguardo. Grimpeur, affilate le armi.