Calcio - 09 dicembre 2021, 12:28

Calcio, Savona. Marinelli non ci sta: "Tante parole, ma chi ha rischiato di prendersi una bottiglia in testa sono io"

Sembrava essersi chiusa domenica sera la querelle relativa ai pochi minuti di tensione vissuti sulle tribune del "Picasso" di Quiliano, invece l'ormai celebre lancio della bottiglia al presidente del Savona, Simone Marinelli, ha coinvolto anche il mondo politico.

Riavvolgendo il nastro ecco cosa è effettivamente accaduto in ordine temporale.

Dopo un primo screzio tra il ragionier D'Ambrosio e qualche sostenitore del Quiliano & Valleggia è avvenuto il lancio della bottiglia in direzione del presidente Marinelli.

Gli animi si sono scaldati per qualche istante, con Marinelli pronto ad allontanarsi verso gli ultras biancoblu esibendo con le dita il numero tre (come i gol realizzati dal Savona). Dopo pochi attimi il "lanciatore" ha abbandonato lo stadio Picasso.

Ieri, a rincarare la dose nei confronti del Savona, ci ha pensato il sindaco Isetta, per il lancio dei petardi e i cori che, in piena serata, avrebbero disturbato la quiete quilianese.

"Sono rimasto perplesso dalle dichiarazioni del sindaco - ha esordito Marinelli - in merito alle tifoseria del Savona, quando il sottoscritto ha rischiato di prendersi in testa una bottiglia piena. Sono questi i gesti da condannare pubblicamente.

Resto però al di fuori delle polemiche politiche: il mio obiettivo e tutte le energie sono concentrate per riportare il Savona dove merita. A Quiliano siamo andati in due occasioni: la prima per un allerta meteo dovuta al vento, la seconda dopo un accordo con la società di casa, accettando anche l'orario da loro prescelto.

Detto questo il Savona ha una casa che si chiama Legino, dove siamo stati trattati con rispetto e amicizia".