Le lancette dell'orologio corrono e, salvo nuovi rinvii, entro poche settimane il mondo del calcio dilettantistico dovrebbe tornare a pieno regime, secondo gli auspici del Comitato Regionale Ligure.
L'Eccellenza di fatto non si è mai fermata, salvo qualche rinvio, mentre dalla Promozione alla Seconda Categoria, a ponente, l'obiettivo è fissato a fine mese.
Restano però davvero molteplici le variabili che le società e tutti i tesserati dovranno affrontare fino al termine del campionato, soprattutto con un numero di contagi ormai assestato sulle duecentomila notifiche quotidiane.
Una sorta di roulette per società e allenatori che, giorno dopo giorno, devono confrontarsi con un elenco di giocatori disponibili soggetto a possibili improvvisi stravolgimenti. Un'eventualità che, però, è entrata di fatto nella nuova normalità imposta dalla pandemia; ciò però che in parte è stato sottovalutato, dato il recente decreto, è l'impatto dell'obbligatorietà vaccinale, o la guarigione dal Covid, per i tesserati (dove previsto per legge).
Dal 10 gennaio diverse società hanno infatti visto alcuni giocatori posare la borsa e rinunciare all'attività agonistica, una scelta che è stata intrapresa, pare anche da alcuni allenatori sprovvisti di certificazione verde rafforzata o Super Green pass.
L'ultimo tassello del complesso mosaico che lega sport e pandemia si chiama "retun to play", ovvero la visita a cui si devono sottoporre gli atleti dopo l'avvenuta guarigione dal virus. In prima battuta le tempistiche si configuravano in 30 giorni, ma il protocollo proposto dalla Federazione Medici Sportivi punta a una riduzione o addirittura a un annullamento (a secondo de casi) dei tempi previsti per l'accesso alla prenotazione della visita.
Nei campionati di interesse nazionale (Serie D ed Eccellenza) è possibile tornare subito in campo, facendo però effettuare la visita dedicata agli atleti professionisti.
Un iter di esami profondo e costoso che su larga scala non tutti i club, soprattutto i più piccoli, possono permettersi, tanto da scatenare i dubbi di diverse società. L'auspicio è che i nuovi protocolli vengano validati dai ministeri competenti a breve, per evitare distinzioni di sorta.