Non è facile emergere, nel corso di una carriera sportiva, in due discipline diverse, per quanto affrontate con lo stesso mezzo: la bicicletta. Mirko Celestino, residente ad Andora, ci è riuscito vivendo due splendide carriere, prima nel ciclismo su strada e poi nella mountain bike, specialità Marathon, la più dura di questa specialità.
Generalmente chi è campione in una specialità, in quella successiva si difende, ottiene qualche decoroso piazzamento ma raramente ne diventa un punto di riferimento. Mirko Celestino è riuscito nell'impresa e la racconta così a SvSport mentre si concede una pausa nel Celcafè, il bar di Andora dove si ritrovano sempre tutti gli sportivi: <Quando smisi con la bici avevo una gran voglia di continuare a far sport. Ma non potevo staccarmi da un mondo che mi aveva dato tanto. Grazie a Gilberto Simomi, altro corridore che aveva concluso con il professionismo, iniziammo a dedicarci alla mountain, confesso più per divertimento che per raggiungere importanti risultati. Presto però mi sono accorto di quanto andavo bene e, soprattutto, quanto fossi innamorato di questa specialità. E allora ho intensificato gli allenamenti, partecipato ad importanti eventi e, nel giro di un anno, sono arrivate le prime soddisfazioni>.
Poi, tra il 2010 e l'anno in corso, l'apoteosi con due titoli italiani e podio ad europei e mondiali: <Cercherò di proseguire ad alti vertici ancora per un paio d'anni, poi dovrò fare i conti con l'età e con un fisico che non potrà competere con i nuovi talenti. Ma la mountain come il ciclismo è anche passione, non soltanto risultati>. E la voglia di tramandare la passione a tanti ragazzi del comprensorio che un domani vorranno essere campioni. Nel ciclismo o nella mountain. E imitare Celestino, l'uomo che nello sport visse due volte.





