Calcio - 29 novembre 2014, 08:52

Calcio Giovanile, iniziative virtuose: "Il cuore dentro le scarpe"

Calcio Giovanile, iniziative virtuose: "Il cuore dentro le scarpe"

C’era un'idea che girava per la testa a diversi da tempo ma nessuno sapeva rielaborarla in una azione concreta. Ogni tanto se ne sentiva  parlare : "si potrebbe fare", "sarebbe bello realizzarla", ma poi niente, l’idea rimaneva lì. Tutto questo fino al novembre 2013 (esattamente un anno fa), quando grazie al coinvolgimento degli amici giusti finalmente ha preso forma. Un’idea strana per "Casseta Popular" (il noto circolo Arci Insieme, un luogo di incontro e cultura, attivo da quasi venticinque anni, frequentato con costanza ed affetto dai soci, che hanno contribuito a farne uno dei locali storici del torinese), un progetto completamente diverso dalle cose solite prese in considerazione: trovarsi per parlare di calcio, ma usandolo come strumento per raccontare di uomini e di storie. Storie epiche, storie divertenti, storie poetiche, storie umane. E ricordare attraverso quegli uomini e quelle storie, delle epoche, dei luoghi, dei sentimenti. E poi,  farne un festival sui protagonisti del calcio. Ecco il motivo che ha spinto l'associazione ad organizzare dal 13 al 16 novembre l'evento intitolato : “Il cuore dentro alle scarpe”, il primo festival made in Casseta  interamente dedicato al mondo del pallone. Utilizzando linguaggi diversi (il cinema, gli incontri, il teatro, i libri, la musica) sono state presentate le storie sportive e di vita di alcuni "volti noti" che hanno indossato con successo, magliette e calzoncini la domenica pomeriggio; del perché le loro gesta, non soltanto quelle calcistiche, si ricorderanno per sempre. Questo avventuroso e nostalgico viaggio è partito da Eric Cantona, passando per Eraldo Pecci e Agostino Di Bartolomei ed arrivando a dire che tipo di "uomo" si nasconde dietro ai numeri delle maglie. Il percorso è stato accompagnato da numerosi amici: giornalisti, tifosi, scrittori, attori, curatori d’arte completamente digiuni di calcio. Le punte di diamante prese in esame, come detto, sono state : Eraldo Pecci, scudetto Toro 1976, Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino, capitano della Roma campione d’Italia nel 1983, Simone Conte, autore, per il 50%, di Kansas City 1927.

Ecco come si era svolto il programma della manifestazione :

Merc. 13/11 : 20.00 : Presentazione Festival; 21.00 : la figura di Eric Cantona, genio e sregolatezza per eccellenza del calcio moderno. Intervengono Timothy Ormezzano (La Repubblica) e Massimiliano Sciullo (Il Giornale del Piemonte). Proiezione de “Il mio amico Eric” di Ken Loach. Lingua originale con sottotitoli.

Giovedì 14 novembre : 21.00 Incontro con Eraldo Pecci e presentazione del libro “Il Toro non può perdere” (Rizzoli). Il calcio, il Toro e la Torino degli anni Settanta in un racconto, ricco di aneddoti divertenti, ironico e commovente. Modera Andrea Pavan (Tuttosport). Con la partecipazione di Nicola Roggero (Sky Sport) e Sergio Vatta.

A seguire presentazione del documentario su Sergio Vatta (allenatore e storico scopritore di talenti del vivaio granata) “L’allenatore dei sogni” di Christian Nicoletta, Produzione Babydocfilm.

Venerdì 15 novembre : 21.00 Incontro con Luca Di Bartolomei. La figura di Agostino Di Bartolomei raccontata dal figlio Luca. Proiezione del film “11 metri“. Con la partecipazione di Simone Conte (Kansas City 1927, Gazebo).

Sabato 16 novembre,: 21.00 “Smalto e Fuorigioco“: spettacolo, intrattenimento, chiacchiere e citazioni con Mirko Corli (Ipercalcemia), Timothy Donato (Nessuno Fuorigioco),Diego Viarengo (Eudemonico) e Armando Buonaiuto (Curatore d’arte, mai stato allo stadio in vita sua). Con la partecipazione di Simone Conte (Kansas City 1927, Gazebo).

Per una volta In un’atmosfera rilassata, si era  parlato di calcio anche a chi non lo conosceva, raccontando che tipo di pulsioni si nascondono dietro a quei numeri sulla schiena e quei ruoli che chissà cosa vogliano dire per tanti ( dal mediano, fluidificante, all'esterno d’attacco o al centravanti-boa). Le caratteristiche del circolo d'altronde erano e sono l’atmosfera di grande convivialità, l’apertura alle diverse culture, la disponibilità all’ascolto e l’entusiasmo con il quale si sostiengono ed aiutano i soci nella realizzazione dei vari progetti artistici, come mostre, concerti, eventi teatrali, videoproiezioni e momenti di solidarietà. In questo caso un pubblico non espressamente di calciofili ha potuto entrare più nel vivo del magico "football system" scoprendone sfaccettature inesplorate prima. La chiave di lettura proposta nella speciale occasione era stata conpendiata in questa breve e semplice osservazione:"Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte. Almeno, così dicono. Si dice anche che Venere e Marte stanno su due orbite diverse e che pertanto mai si incontreranno del tutto. A tenere distanti uomini e donne non c’è solo la legge della gravitazione universale, c’è pure il calcio. Gli uomini lo amano, in genere. Le donne non capiscono come lo si possa amare a tal punto, in genere."

Per una volta sull'isola "Casseta" ( il rifugio di chi non ha fretta ed è disposto ad ascoltare le altrui ragioni) le distanze avevano cercato di avvicinarsi.

La stessa idea bizzarra, vale a dire incontrarsi per parlare di calcio, e cioè, quella cosa che si fa tutte le domeniche, tutti i mercoledì dopo il turno infrasettimanale, tutti i martedì e i giovedì dopo le partite di Coppa, quella cosa che si fa spesso con commenti, giudizi, consigli a caldo nell’attualità di vittorie, sconfitte, pareggi, è ritornata alla mente anche nel 2014 agli iscritti della Casseta, che per una volta ancora (la seconda edizione) hanno voluto trovarsi per parlare di calcio in un altro modo, liberandolo da quell’urgenza sopracitata, reinventandosi con Mirko Corli, un piccolo festival, dal nome : "Il cuore dentro alle scarpe, atto secondo". Tre appuntamenti, di cui il primo a novembre, uno a maggio ( argomento : Il calcio e la politica) e uno ancora in via di definizione che presto sarà preannunciato. Come già avvenuto l'anno scorso, molti ospiti, molti argomenti, molte cose interessanti da ascoltare. Si è cominciato proprio venerdì 14 novembre andando alla scoperta dei campi di provincia e dei personaggi, a volte curiosi, che li abitano. Incontro con Luca Rinaldi, autore del libro “Fango, nebbia e pedate. La provincia dei campi di calcio” (Blonk Edizioni). Carrozzerie come sponsor, scarpe malconce, sogni infranti, folcloristici presidenti. Insieme all’autore era presente Davide Boggia, giornalista sportivo oltre che amico fraterno, grande conoscitore del fango dei campi di provincia per diletto e per professione e Francesco Varano, attore con un passato da Nazionale under 17 al fianco di Pirlo ed ex Primavera del Torino). Sabato 15 novembre è stata la volta di vari tra i più importanti scrittori, giornalisti e blogger che raccontano oggi il calcio. Il tema  del dibattito , l’amore applicato al calcio: “Amori inconfessati e inconfessabili”. "Scarponi, opportunisti, imperfetti naturali: i calciatori che in tanti abbiamo amato senza sapere bene il perché". E' stato interessante sentir confessare le passioni segrete per quei giocatori forse secondari dal punto di vista tecnico ma che hanno saputo umanamente attrarre e conquistare e che si sono riusciti a farsi amare, al di là delle bandiere. Calciatori che hanno saputo mettere “il cuore dentro alle scarpe” almeno una volta nella vita e che per qualcuno sono diventati leggenda. Ecco l'elenco degli intervenuti : Simone Conte (Kansas City 1927, Roma Radio), Francesco Costa (Il Post), Davide Coppo (Rivista Undici, Rivista Studio), Andrea De Benedetti (Slow Foot), Fabrizio Gabrielli (L’Ultimo Uomo, Rivista Undici), Fulvio Paglialunga (L’Ultimo Uomo, Rivista Undici) Inoltre si sono esaminati i testi : "Trappola del Fuorigioco" e "Delinquenti prestati al mondo del pallone". Venerdì 21 novembre, infine, l'autrice Francesca Serafini,ha presentato il suo bellissimo libro “Di calcio non si parla” (EdizioniBompiani), nel quale ha descritto qual'è lo sguardo di una donna sul mondo del pallone. Una donna, scrittrice e tifosa, che si è voluta interrogare sul perché il calcio continui ad appassionare, nonostante tutto, milioni di persone in tutto il mondo.

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