Calcio - 08 giugno 2016, 15:27

Calcio & Scrittura: il Laboratorio Guardiola secondo Matteo Cocco

E' prossimo a uscire il primo libeo del giovane tecnico ingauno

Calcio & Scrittura: il Laboratorio Guardiola secondo Matteo Cocco

A pochi giorni dall'uscita della sua prima opera letteraria “Laboratorio Guardiola”, incontriamo l'autore Matteo Cocco. In questo libro il giovane allenatore ingauno ripercorre le tappe e l'evoluzione della “filosofia calcistica ” di Pep Guardiola, dagli inizi a Barcellona sino all'ultimo campionato con il Bayern, declinando analiticamente le metodologie di lavoro e i principi di gioco che hanno rivoluzionato il modo di intendere il calcio degli ultimi anni. Dall'ossessiva ricerca della superiorità in ogni fase di gioco, ad un utilizzo innovativo del pressing che diventa quasi esasperato per ogni avversario. Dall'accurato studio dell'equilibrio difensivo, all'approccio scientifico nel preparare una gara. Queste e altre innovazioni, senza mai rinnegare i grandi del passato come Sacchi e Crujiff, hanno trasformato il pioniere Guardiola in un profeta del rettangolo verde, assurgendo la sua dottrina nell'Olimpo del calcio.

Questo libro, però, non nasce come mero encomio del tiki taka blaugrana, bensì si pone l'obiettivo, grazie all'ausilio di molteplici schede tecniche e di immagini, di trascrivere e decifrare ogni aspetto tattico dell'esperienza calcistica del neo tecnico del City, divenendo così una dettagliata e scorrevole antologia dell'allenatore.


Cosa rappresenta per te Guardiola e cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?


Per me Guardiola rappresenta un maestro da scoprire ed interpretare passo dopo passo. Credo che esista una parte di allenatori molto grata a lui e non mi riferisco a quelli che, fortunati come me, hanno avuto modo di “incontrarlo” all’inizio del proprio cammino. Penso a tutti quei mister che nel corso degli anni hanno proposto un’idea di calcio contro-culturale, fondata sul proporre e non sul distruggere, e che in Guardiola tra Barcellona e Bayern Monaco hanno trovato la sublimazione di un certo modo di sentire e pensare calcio. Quello che mi ha spinto a scrivere questo libro è la curiosità, la voglia di comprendere sempre una sfumatura in più di un’arte che mi suscita emozione, unita al bisogno di sistematizzare le informazioni raccolte all’interno di un unico testo.


Credi che la filosofia di Guardiola, con tutti i suoi eredi e imitatori, possa continuare a dettare legge in Europa o vedi all'orizzonte nuove “correnti” emergenti ?


È vero ciò che è vero, ma è vero anche il suo contrario. Penso alla sfida tra Bayern Monaco ed Atletico Madrid che ha avuto luogo nelle semifinali di Champions League: due squadre con idee e sentimenti diametralmente opposti che si sono espresse ad un livello altissimo. Non credo si tratti di opporre il vecchio al nuovo, o viceversa, quanto di proporre ciò che si crede e sente in relazione all’ambiente ed ai giocatori a disposizione.



In Italia chi si avvicina di più ai principi calcistici del Pep?


Nella Serie A appena conclusa credo che la miglior espressione di Gioco di Posizione si sia avuta dalla Fiorentina di Paulo Sousa e dalla Roma di Spalletti che a mio avviso hanno mostrato una flessibilità non comune nell’esprimere il proprio calcio in relazione ai vari contesti creati dagli avversari. Negli anni scorsi ritengo che il tecnico che più si sia avvicinato al cosiddetto “modello Barcellona” sia stato Vincenzo Montella. Mi piace citare anche De Zerbi e Romaniello, in questa stagione rispettivamente alla guida di Foggia e Casertana in Lega Pro, che hanno messo in mostra con sfumature diverse un calcio basato su un’occupazione flessibile e funzionale degli spazi.




Anche se molto giovane hai già intrapreso la carriera di mister, Cosa significa per te allenare?


Allenare per me significa “creare un contesto organizzato nel quale possano emergere i talenti degli interpreti”. O, almeno, è quello che sento.                         

Marco Munì

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