/ Calcio

Calcio | 22 gennaio 2015, 17:11

Calcio, Iniziative Virtuose: Riflessioni sul concetto di "fuoriclasse"

Calcio, Iniziative Virtuose: Riflessioni sul concetto di "fuoriclasse"

All'incirca a metà ottobre si sono spenti i riflettori sull’edizione 2014 di Overtime Festival, la quarta. Per la precisione la terza a Macerata.
Da mercoledì 8 a domenica 12, infatti, il centro storico marchigiano ha vissuto cinque giornate di eventi dedicati ai "Fuoriclasse". I prestigiosi convenuti all'evento si sono alternati in palcoscenici tanto maestosi (aula magna Università di Macerata), quanto emozionanti e caratteristici (galleria degli Antichi Forni). Luoghi di cultura storica come la biblioteca Mozzi Borgetti e luoghi di cultura contemporanea come le librerie. Bottega del Libro, Feltrinelli, Mondadori e chi più ne ha più ne metta. Anche l'Auditorium San Paolo, la corte interna del Comune e Piazza Della Libertà sono stati  messi a disposizione dei protagonisti della manifestazione. Presentazioni di libri, proiezioni di cortometraggi, docufilms, films, laboratori di educazione alimentare e sport, di scrittura creativa e sport, si sono susseguiti. Convegni sulla legalità e lo sport, sulla comunicazione e lo sport hanno ospitato tutti questi fuoriclasse tra cui Marco Ardemagni e Franco Bragagna che si sono cimentati sul tema all'interno dell'Aula Magna Università. Eccone una sintesi : "Sul dizionario Treccani On line, la definizione di Fuoriclasse è: “fuoriclasse (o fuòri classe) locuz. usata come agg., invar. – Di persona (o anche, ma meno comunem., di animale o cosa, per es. un veicolo) che ha qualità o dà prestazioni eccezionali, tanto da poter essere ritenuto al di sopra di ogni classifica: è un atleta, un nuotatore, un corridore f.; un cavallo da corsa f.; vetture f.; riferito a professionista è usato talvolta anche con tono scherz.: un avvocato fuori classe. Anche in funzione di sost.: è un f., una fuoriclasse”. Ecco forse comunemente siamo d’accordo con questa semplice definizione.
Forse molti dei personaggi invitati lo sono semplicemente. Ma certamente, dopo aver letto il testo "Fuoriclasse. Storia naturale del successo" (Collezione Oscar Mondadori 2009) di Malcolm Gladwell (gionalista e sociologo canadese), una semplice definizione, non basta più. Non possiamo più credere che un uomo, una donna possano essere fuoriclassesemplicemente. Nel saggio, che si legge come se fosse un romanzo, Gladwell attraverso degli episodi, delle ricerche, degli aneddoti, ci racconta che un "fuoriclasse" non può essere solo chi, grazie ad un regalo della natura è più bravo, anzi il più bravo a fare una determinata cosa. Non è nemmeno questione di fisico, il più forte. Non è nemmeno solo grazie alle possibilità, che si arriva! Semplifichiamo e italianizziamo un esempio per il quale vale la pena assumersi ogni responsabilità. La domanda nasce spontanea : "Secondo voi, seVolfango Amedeo Mozart fosse nato oggi in un paese sperduto di un qualsiasi paesino di montagna in Italia, da genitori di media cultura e medio reddito, sarebbe potuto diventare Amadeus? Oppure se Guglielmo Cancelli e Stefano Lavori non fossero nati negli Stati Uniti, ma nella campagna della bassa lombarda o del tavoliere delle puglie, sarebbero mai stati Gates e Jobs?". Ecco! Gladwell ci spiega perché, secondo lui, un fuoriclasse è il frutto di una serie di circostanze che si concatenano tra loro per far si che un essere comune, possa emergere e ottenere risultati “…, tanto da poter essere ritenuto al di sopra di ogni classifica…”. Non è solo il destino, la fortuna, tutto ciò in cui credete di mistico. Ma un equilibrio tra forze quali natura, ambiente, pratica, educazione, cultura. Non siete d’accordo? Ci pare che lo scrittore affronti in maniera semplice e con esempi interessanti un tema piuttosto singolare, quale è "il segreto del successo". E' facile e naturale infatti che si resti attratti dalla copertina del libro, da quel pesce rosso che si distingue da tutti gli altri pesci grigi (come un lupo in mezzo alle pecore, del resto). Così come la promessa contenuta nel commento che che ci venga svelato quali sianoo le motivazioni che si nascondono dietro al successo di un individuo, un' altradomanda che prima o poi tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita. E ci è sembrato inoltre che l'autore lo faccia decisamente bene: non tanto per le conclusioni a cui giunge (con cui si può essere favorevoli ma anche no), quanto per gli esempi reali utilizzati per confermare la teoria sostenuta.I disastri aerei della Korean Airlines, l’esperienza amburghese dei Beatles, l’ascesa degli avvocati ebrei nella New York degli anno ’50, i primi passi nell’informatica del piccolo Bill Gates e tanti altri aneddoti ci conducono come briciole di pane lungo il sentiero tracciato da Gladwell. Il bestseller lascia al lettore alcuni spunti su cui riflettere di cui di seguito ne riportiamo alcuni fra quelli che rimangono più impressi:

1) Anche il migliore dei talenti (e questo vale moltissimo per il calcio) ha bisogno di fare pratica per acquisire consapevolezza e confidenza con le proprie capacità ( si parla di 10.000 ore, alla faccia di quei film americani in cui l’esordiente talentuoso dopo 10 partite vince la finale).

2) Ci sono luoghi e momenti in cui la fortuna fa fermata.

3) Non basta essere geniali per avere successo. Quasi sempre aiuta di più la capacità di sapersi relazionare con gli altri.

4) In Occidente la comunicazione è “orientata all’emittente”, cioè si considera compito di chi parla comunicare le proprie idee in modo chiaro. In Oriente, in generale, è “orientata al ricevente”: spetta all’ascoltatore decifrare il messaggio che riceve.

5) Se un popolo ha un proverbio che recita “Chi s’alza prima dell’alba 360 giorni all’anno non mancherà di arricchire la sua famiglia” non c’è da stupirsi che abbia una marcia in più.

Concludiamo con un pezzo che, secondo noi, riassume il senso dell'opera: “Di primo acchito sembra che gli avvocati di grido, i maghi della matematica e gli imprenditori del software si collochino al di fuori dell’esperienza comune. Ebbene, non è così. Sono il prodotto della storia e della comunità di appartenenza, delle occasioni e del retaggio culturale. Il loro successo non ha nulla di eccezionale o di misterioso. Si fonda su una rete di vantaggi o di privilegi ereditati, alcuni meritati altri no, alcuni guadagnati, altri frutto della pura e semplice fortuna, ma tutti decisivi per farli diventare quello che sono. Le persone fuori dal comune, i così detti “fuoriclasse”, alla fin fine non sono affatto fuori dal comune”. 

Queste sono a grandi linee le conclusioni principali ma riteniamo, che più che la destinazione finale, sia veramente interessante il percorso seguito.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium