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Altri sport | 09 maggio 2019, 12:40

Un 1° posto di categoria "con l'amaro in bocca" per il finalese Valter Vallarino alla Ultra Fiord in Cile

L'atleta della ASD Trailrunners Finale Ligure si era iscritto alla impegnativa 100miglia, ma all'ultimo momento è stato forzosamente "dirottato" su un tracciato più corto

Un 1° posto di categoria "con l'amaro in bocca" per il finalese Valter Vallarino alla Ultra Fiord in Cile

Si è conclusa con un 1° posto nella sua categoria, denominata “Zorro” e un 13° assoluto la partecipazione di Valter Vallarino, l’atleta dei “Cavrones” della ASD Trailrunners Finale Ligure alla Ultra Fiord, la gara nella Patagonia Cilena a poca distanza dal Circolo Polare Antartico.

35 km coperti nel tempo di 3 ore e 57 minuti, un eccellente piazzamento nell’ambito di una vicenda che, però, ha lasciato molto amaro in bocca all’atleta finalese. Come infatti i lettori ricorderanno, Vallarino si era iscritto per la impegnativa 100M, gara da 168 km (leggi i dettagli QUI).

Quindi, che cosa è successo? Ce lo racconta il protagonista della vicenda: “Sinceramente sono molto deluso. Ho trovato tanta disorganizzazione e persino temo un pizzico di malafede. Alle 22 di giovedì avrei dovuto affrontare la gara per la quale mi ero iscritto. Soltanto alle 18 di mercoledì ci hanno comunicato che entro le 20 di mercoledì stesso avremmo dovuto dare la nostra adesione per una gara unica da 35 km, dal momento che tutti i tragitti più lunghi (42, 50, 70, 100 km e 100 miglia) erano stati cancellati per maltempo. La gara è stata anticipata di 12 ore, quando molti atleti non erano nemmeno ancora arrivati e sono così rimasti esclusi. Non sono mai riuscito ad ottenere un elenco completo dei partecipanti, mentre il tracciato c’è stato consegnato all’ultimo momento. Alla fine eravamo meno di 150 alla partenza e tutto ciò mi fa sospettare che il maltempo sia stato un alibi, che gli organizzatori abbiano avuto meno iscrizioni del previsto e abbiano tagliato gran parte dell’evento per ridurre i costi”.

Prosegue Vallarino: “Non mi lamento del risultato, considerando che mi ero preparato per un percorso lento e lungo, mentre su una 35 km si corre molto di più. Però francamente non mi ero allenato fisicamente e psicologicamente, non ho affrontato 30 ore di volo all’andata, con scali a Madrid e Santiago, e altre 30 al ritorno, con scali a Santiago e Londra, non ho sostenuto costi impegnativi per correre “solo” una 35 km: le mie aspettative erano ben altre”.

Racconta ancora l’atleta: “Sia chiaro, nessuno vuole mandare degli atleti a morire. Ma francamente, per essere annunciata come una delle 10 gare più sfidanti e impegnative del mondo, sospenderla per un po’ di pioggia e di vento mi sembra eccessivo. Partendo dal presupposto che eravamo così vicini all’Antartide, abbiamo persino trovato temperature superiori alla media, sui 10° C giornalieri con picchi minimi di 3° C all’alba, nulla di così traumatico. Per iscriversi alla Ultra Fiord bisogna presentare un certo tipo di curriculum di gare sostenute, penso che tutti gli atleti iscritti sapessero benissimo a che cosa andavano incontro e si aspettassero situazioni ben più estreme, non sono convinto che questo annullamento sia giustificato. Ho chiesto se era possibile ottenere un rimborso almeno parziale. Mi è stato risposto che per il prossimo anno avrò uno sconto sulla pettorina, che posso trasferire su un altro atleta in caso io sia impossibilitato a partecipare. Ma in tutta onestà, alla luce di questa esperienza, non solo non lo rifarei ma non lo suggerirei nemmeno a un amico, con il rischio di assistere (io o lui) a un’altra cancellazione di questo tipo”.

Chi invece cerca di spegnere almeno in parte il fuoco della polemica è Roberto Rebagliati, atleta dei “Cavrones” accanto a Vallarino in veste di scorta tecnica“Comunque dal punto di vista emozionale e culturale è stata una bella occasione di arricchimento. Viviamola come una vacanza particolare. Abbiamo visitato luoghi ricchi di cultura come la Cueva du Milodòn, una grotta densa di reperti archeologici come il già citato milodonte, un enorme mammifero pleistocenico antenato dei bradipi, la tigre dai denti a sciabola o il baluchiterio, un grande erbivoro. Anche dal punto di vista climatico i cambiamenti sono talmente repentini e imprevedibili da offrire l’opportunità di vedere anche quattro o cinque arcobaleni nel corso di una sola giornata”.

“Ma ciò che più sorprende noi italiani – conclude Rebagliati – sono queste immense distanze. Noi siamo abituati all’idea che chi viene in vacanza in Liguria in meno di due ore di macchina è a Torino o Milano, in meno di tre ore è a Firenze. Là per raggiungere i siti di maggior interesse turistico bisogna affrontare almeno 10 ore di automobile attraverso distese completamente deserte”.

Vallarino e Rebagliati concludono ringraziando il negozio “La Sportiva” di Finale Ligure per il supporto tecnico fornito e Savonanews per avere seguito questa loro esperienza.

Alberto Sgarlato

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