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Calcio | 11 giugno 2024, 16:56

Calcio, Prima Categoria. Matteo Matarozzo a tutto tondo sulla stagione del Città di Savona: “Grande rammarico, ma un'annata difficile da capire se non vissuta in prima persona. Orgoglioso di questo gruppo"

"Zero alibi, ma tante vicissitudini particolari. Sostenete questa società perchè lo merita e tiene realmente ai colori biancoblù"

Calcio, Prima Categoria. Matteo Matarozzo a tutto tondo sulla stagione del Città di Savona: “Grande rammarico, ma un'annata difficile da capire se non vissuta in prima persona. Orgoglioso di questo gruppo"

Si è conclusa con la sconfitta interna con il Panchina la stagione del Città di Savona, un’annata positiva, seppur amara sportivamente parlando, visto il pesante nome sulle spalle, di una società nata appena un anno fa. Sfugge ancora una volta il salto di categoria, visto che il quinto posto della fase playoff regionale che nega ancora una volta l’approdo in Promozione degli striscioni:

“Il rammarico è tanto, tantissimo, siamo arrivati ad un passo da “scrivere la storia” ma onestamente siamo arrivati a questi playoff mentalmente sfiniti” – è con queste parole che Matteo Matarozzo fa una prima analisi della stagione – “Le energie mentali in questa parte dell’anno la fanno da padrone e noi non ne avevamo veramente più. Chi gioca a calcio sa di cosa parlo, ma sono certo che anche giocando altre dieci volte avremmo comunque perso queste gare. Credo altresì che se la qualità della squadra obbligava giustamente a raggiungere determinati obiettivi, i cambi di guida tecnica, sommate alle problematiche logistiche ci hanno limitato fortemente. Abbiamo cambiato in totale 9 campi, di cui quattro in cui abbiamo disputato le sfide casalinghe, di fatto, abbiamo giocato fuori casa tutto l’anno, non è banale. Non voglio però alibi, perché penso che fossimo comunque più attrezzati di tutti, anche in questo ultimo girone”.

Nodo fondamentale della stagione dei biancoblù è certamente i cambi in panchina e i tanti addii nel corso dell’annata: “Relativamente agli avvicendamenti di allenatori e giocatori, ho sentito parlare di squadra con limiti tecnici e senza serenità. Mi permetto di dire che la squadra ha raggiunto le finali regionali di categoria vivendo e subendo condizionali oltremodo complicate, è paradossale catalogarla in questo modo, forse i limiti sono insiti in chi la vede e valuta in questo modo. Mi piacerebbe domandare a tutti gli allenatori di Prima Categoria, dal girone A al girone E, se avessero voluto allenare questa squadra, sia pre che post addii… Io continuo ad assumersi le mie responsabilità, il gruppo fa uguale, ben sapendo che questa squadra aveva le carte in regola per poter fare meglio di così. Sarebbe per noi semplice puntare il dito, avremmo 1500 giustificazioni, ma queste nella vita e nello sport sono lo strumento dei deboli. Inoltre, non credo che servano Capra, Sancinito, Sogno e Gargiulo, alcuni giocatori simbolo del calcio ligure negli ultimi anni, per salire in Promozione… Altrimenti a cosa servirebbe la guida tecnica?”.

Il difensore classe 1989 rimarca i tanti giocatori che hanno “lasciato” in corso d’opera: “Non dimentichiamo che questa squadra annoverava nomi come Buttu, Ferrara, Esposito, Di Roccia, Kuci, giocatori di categoria superiore che hanno deciso e/o hanno dovuto farsi da parte, qualcuno si è mai chiesto il perché? Eppure Esposito, Di Roccia, Kuci sono passati dalla sconfitta di Sampierdarena di due anni fa, passando per la scorsa folle stagione senza mai abbandonare la barca. Io stesso vi posso garantire, anche se non c’è ne è bisogno, che sono tre ragazzi follemente innamorati dei colori biancoblù: alcuni li abbiamo addirittura ritrovati tra gli ultras alla domenica. La serenità all’interno del gruppo squadra non è mai mancata, anche quando a fronte di eventi quanto meno singolari e non raccontabili, è stata minata. Lasciatemi fare i complimenti più sinceri a tutti i ragazzi, dal più giovane al più vecchio, nessuno escluso, per aver salvaguardato la sacralità dello spogliatoio e dell’obiettivo sportivo, mettendo veramente da parte anche il rispetto per sé stessi per il bene del Savona. Atteggiamenti da veri uomini che anche a me vecchietto di 35 anni, hanno fatto emozionare e crescere ancor più. Mi spiace solo, non aver potuto continuare il progetto tecnico creato da mister Frumento e portato avanti da mister Caredda, di cui secondo me sentiremo parlare come allenatore. D’altronde il girone d’andata ha fruttato 7 punti in più rispetto al ritorno: se le parole possono mentire, i numeri non mentono mai!”. 

 Tante vicissitudini che come detto da Matarozzo sono state ostacolo al normale svolgimento dell’annata: “Solo ed esclusivamente chi ha vissuto questa stagione da dentro, può giudicare correttamente il risultato sportivo. Sulla carta potevamo e dovevamo fare di più, ma sulla carta ci si scrivono gli articoli. Il campo, i rapporti, le prestazioni, la gestione degli eventi e di fattori esogeni sono un’altra cosa: la storia del calcio è di fatto stracolma di grandi squadre che hanno fallito. In virtù di tutto quello che noi protagonisti abbiamo vissuto, ti dico che questo risultato è quasi un miracolo sportivo. Tanti altri gruppi, e ne ho visti molti in 20 stagioni, sarebbero crollati prima, a febbraio, marzo. Tanti altri gruppi non avrebbero sopportato determinanti avvenimenti. Tanti altri gruppi non avrebbero accettato determinate situazioni e gestioni… A fronte di tutto ciò credo che questa squadra abbia dato il 150% perché il 100% non sarebbe bastato nemmeno per terminare la stagione”.

Matteo fa però anche un riassunto tecnico della stagione: “Se vogliamo tracciare un bilancio prettamente tecnico, ci è mancata sicuramente un po' di propensione offensiva durante tutto l’anno, parlo a livello di squadra e non di singoli, e sicuramente una miglior gestione delle partite, in quanto mai nessuno ci ha dominati ma, le partite determinanti sono state perse per episodi migliorabili. Non dimentichiamo comunque che questo girone di Prima Categoria trovava squadre attrezzate che da anni progettavano, in campo e fuori, il salto di categoria. Nel calcio ci sono anche “gli altri” e quest’anno gli altri sono stati davvero bravi, voglio fare nuovamente i complimenti all’Albissola, una macchina da guerra in tutti gli aspetti, con un grande mister come Sarpero. Ma anche al Multedo e alla Vadese, due signore squadre con due grandi allenatori”.

Infine una chiosa sulla stagione disputata a livello personale e un pensiero al futuro: “Innanzitutto, mi sento il primo responsabile e parlo come giocatore, per il mancato raggiungimento di questo obiettivo. Sono rammaricato e in un certo modo lo rimarrò, perché so bene che questa stagione poteva e doveva andare diversamente. Non ho avuto la forza e la personalità per provare a cambiare ciò che evidentemente andava cambiato. A livello prettamente tecnico, forse, la mia annata come quella di tanti si può spezzare in due filoni: l’andata ed il ritorno, ma lascio a Voi il giudizio sulla mia stagione, chi gioca a calcio accetta sempre, nel bene e nel male, qualsiasi valutazione, sfruttandola come molla per migliorarsi ancora. Mi sono però sempre messo a disposizione del gruppo, dei mister, ho accettato qualsiasi scelta e situazione tecnica e non, è stata una stagione veramente complessa dove in molti casi è stata sovra sollecitata più la parte umana che quella prettamente tecnica. Da questo ultimo punto di vista siamo TUTTI, nessuno escluso, promossi a pieni voti! Adesso vorrei rilassare il cervello qualche giorno, ma sì, giocherò ancora, possibilmente al fianco dei miei amici Rizzo e Pondaco! Il fuoco sacro è ancora vivo!”.

A conclusione del suo discorso Matarozzo fa i ringraziamenti alla società, chiedendo il massimo sostegno per chi sta cecando di riportare il Savona dove merita: “Voglio concludere chiedendo a tutti i tifosi, sostenitori e appassionati, di supportare questa società, una società composta da tifosi e da persone per bene. Persone che alla loro prima esperienza non ci hanno mai fatto mancare nulla, non ricordo un solo allenamento in 10 mesi dove non fossero tutti presenti. Come noi, anche loro hanno sbagliato qualche scelta, ma lo hanno fatto sempre e solo a fin di bene. Nella vita solo chi fa sbaglia, ma chi sbaglia con animo puro può viaggiare a testa altissima. Non dimentichiamoci mai che senza loro e i loro sacrifici, quest’anno a Savona i colori BIANCO e BLU non avrebbero calcato nessun campo di calcio: se vincere è importante, non mollare lo è altrettanto! Sono certo che la voglia immutata della società ed un anno più di esperienza, posino basi importanti per creare un’altra stagione di grande valore!”.

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