/ Motori

Motori | 17 giugno 2025, 11:45

Kubica trionfa a Le Mans con la Ferrari: c’è anche il Santa Corona sul gradino più alto

Nel 2011, il terribile incidente al Rally Ronde di Andora e un delicato intervento salvavita di 12 ore all’ospedale pietrese

Kubica trionfa a Le Mans con la Ferrari: c’è anche il Santa Corona sul gradino più alto

La recente vittoria di Robert Kubica alla 24 Ore di Le Mans ha il sapore di un’impresa sportiva, ma soprattutto umana. Dietro il trionfo del pilota polacco al volante della Ferrari 499P del team AF Corse – insieme ai compagni Ye Yifei e Phil Hanson – c'è una storia di dolore, tenacia e rinascita. Una storia che affonda le sue radici nel cuore del savonese, al Santa Corona di Pietra Ligure, dove tutto è ricominciato.

Era il 6 febbraio 2011 quando Kubica, allora avviato verso una brillante carriera in Formula 1, fu vittima di un drammatico incidente durante il Rally Ronde di Andora, in località Testico. Le sue condizioni apparvero subito disperate: frattura alla gamba destra, emorragie interne, lesioni gravi a mano, spalla e braccio. Un quadro clinico che sembrava escludere non solo il ritorno in pista, ma persino la sopravvivenza.

In quelle ore drammatiche, il Santa Corona divenne il centro di un’operazione straordinaria. Un’équipe multidisciplinare, formata in poche ore e composta da ortopedici, chirurghi della mano, anestesisti, infermieri e tecnici, si mise all’opera per tentare l’impossibile. Tra loro, nomi come Matteo Lombardi, Brunello Brunetto, Francesco Lanza (allora primario di ortopedia), Luciano Galletto e Igor Rossello, esperto in chirurgia della mano. L’intervento durò 12 ore e attirò l’attenzione internazionale: il mondo guardava a Pietra Ligure, testimone silenziosa di una medicina italiana capace di eccellenza.

Da lì iniziò il lungo calvario di Kubica: più di 40 fratture, mesi di riabilitazione, il coma e numerosi altri interventi. Ma anche il lento ritorno alla vita, prima come uomo e poi come pilota. Tornò in Formula 1 nel 2019 con la Williams, ma è nelle gare di durata che ha trovato una nuova dimensione, fino alla consacrazione a Le Mans di pochi giorni fa.

Il legame tra Kubica e il Santa Corona non si è mai spezzato. Nel 2012, appena un anno dopo l’incidente, il campione accettò di diventare testimonial della campagna Avis di Savona, con uno slogan che è oggi manifesto del suo percorso: "Donare sangue è un gesto da campioni". Un gesto che racconta un uomo riconoscente e consapevole del valore della vita.

Oggi, il riflesso della coppa di Le Mans brilla anche nei corridoi del Santa Corona. È il simbolo tangibile di una vittoria collettiva, della forza di una struttura sanitaria che ha saputo salvare un talento, ma soprattutto una persona. Dietro ogni grande campione, c’è una squadra. E in questo caso, una vera squadra di medici, infermieri e operatori che, in silenzio, hanno firmato una delle più belle pagine di sport e medicina.

Roberto Vassallo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium