Wyscout era partito da Chiavari nel 2008 in maniera del tutto sperimentale. Si poteva pensare ad un gioco che aspirava a diventare un’idea e quindi un business, con migliaia di abbonamenti tra società e addetti ai lavori. «Quando arrivai in Cina al Guangzhou scoprii che anche loro avevano un abbonamento. Allora chiusi il mio», ha ricordato Lippi sorridendo all'inaugurazione di Wylab il primo incubatore di imprese tecnologiche legate in primis al mondo dello sport, ma non solo. Oggi il gioiello sponsorizzato da Gozzi occupa ottanta persone nel Tigullio, trecento in tutto il mondo. Così, negli spazi ricavati nell’ex liceo classico Delpino, arriveranno le start up tecnologiche attese da tutto il mondo. Che, prima, saranno analizzate, poi sostenute con il tutoraggio ed eventualmente finanziate se la commissione esaminatrice le riterrà interessanti e con una prospettiva imprenditoriale. La prima start up è già attiva: l’ha congegnata un manager chiavarese di 37 anni,Mauro Migliazzi della Globi Hi Tech, che, con la sua Wesii, si propone di realizzare “Analisi multispettrali del prato”, con particolare applicazione ai campi di calcio e a quelli da golf. Sarà un dottore che valuterà, con l’aiuto di droni, ma non solo, lo stato di salute di un manto erboso. La prima cavia? «Il Ferraris. L’esito non posso svelarlo», ci ha detto Migliazzi. Ma dall’alto sembra di un verde così intenso che al presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenuto alla presentazione ufficiale del progetto , scappa una battuta: «Visto così sembra bello, avete usato photoshop?».
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