Il calcio italiano guida l'inclusione degli immigrati

L'Italia è un paese che una volta era riconosciuto per l'invio dei suoi residenti in tutto il mondo in posti come le Americhe, l'Australia, e l'Europa sta ora assorbendo immigrati dal Nord Africa, dall'Africa sub-sahariana, dall'Europa orientale, dal Vicino e Medio Oriente e dal Sud-Est asiatico.

Ora, la questione degli immigrati è più presente nel calcio. Lo si può dire dal numero crescente di italiani non nativi su siti web di scommesse come https://www.novibet.it/casino che piazzano scommesse su campionati di calcio italiani e tornei come la Serie A, Euro 2020, e più recentemente, le qualificazioni per la Coppa del Mondo e casino online.

Nel suo libro, La generazione Balotelli: Issues of Inclusion and Belonging in Italian Football and Society, pubblicato nel 2016, Max Mauro considera i fattori che possono causare l'esclusione di alcuni gruppi minoritari in campo. Egli ritiene che ci siano ampie opportunità per l'IFF (Federazione Italiana Giuoco Calcio), per i responsabili politici e per la popolazione in generale di incoraggiare l'inclusione e l'integrazione sicura.

Ma come dovrebbe accadere esattamente? È un'idea inverosimile che sembra irraggiungibile?

Il St. Ambroeus Football Club milanese

Il calcio è lo sport più popolare in Italia e nel mondo, e gioca un ruolo importante nel modo in cui un paese e la sua società vengono rappresentati. E sebbene l'Italia sia un paese eterogeneo, sede di una popolazione diversificata, arricchita dall'immigrazione almeno dagli anni '80, la situazione attuale sta portando numeri più grandi a un ritmo molto più veloce.

Mentre le politiche governative stravolgono e trasformano il modo in cui lo stato affronta gli immigrati in Italia, dobbiamo prendere in considerazione come le fazioni chiave che influenzano la cultura italiana possano giocare un ruolo nell'inclusione sociale. Il calcio, il passatempo preferito della nazione, è frequentato da scene di efferati atti di bigottismo e odio negli stadi. A volte è perpetrato dai membri della squadra; altre volte, è fatto dai tifosi fanatici della squadra ospite (Ultras). D'altra parte, il calcio è diventato un mezzo popolare per gli immigrati di tutte le origini per assimilarsi nel tessuto sociale italiano. Dopo tutto, il talento non è definito lungo linee razziali o etniche.

A Milano, la squadra di calcio del St. Ambroeus unisce rifugiati, richiedenti asilo e giovani locali. È la prima squadra di calcio del nord Italia ad essere associata alla Federazione Italiana Gioco Calcio, includendo rifugiati extracomunitari e migranti. Per i dirigenti del gioco, lo scopo è semplice: permettere ai giocatori di fare amicizie dalla loro zona e oltre in una nazione straniera.

E questo non avviene solo in campo. Il club offre corsi di lingua gratuiti per gli immigrati interessati a parlare, leggere e scrivere in italiano. Organizzano eventi per incoraggiare gli immigrati e i richiedenti asilo a espandere la loro cerchia di contatti. Questo provoca un effetto a catena lungo percorsi positivi. Attraverso queste reti di solidarietà, possono fare amicizia e persino trovare lavoro.

La linea di fondo

Mentre l'Italia affronta la retorica anti-immigrazione spinta dai politici, il settore del calcio sta sicuramente giocando un ruolo significativo nel trovare un equilibrio. Prendendo spunto dalla posizione antirazzista del St. Ambroeus nel calcio italiano, speriamo di vedere più società calcistiche prendere iniziative aperte - non solo in Italia ma in tutto il mondo.