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Calcio | 04 dicembre 2016, 13:50

Il fraterno abbraccio della Cantera agli angeli della Chapecoense

Il fraterno abbraccio della Cantera agli angeli della Chapecoense

Dopo la tremenda tragedia aerea avvenuta lunedì 28/11, tutto il mondo del calcio ha espresso vicinanza in vari modi e a più latitudini. La manifestazione più toccante è stata ovviamente quella dei tifosi della Chapecoense, riuniti all’Arena Condá, lo stadio della squadra. Il segretario generale della Federazione di calcio brasiliana (Cbf), Walter Feldman, in una conferenza stampa improvvisata ha reso nota la proposta fatta dai dirigenti alle famiglie delle vittime: mettere a disposizione l'impianto per la celebrazione di un funerale collettivo aggiungendo che ci sono vari mezzi delle Forze aeree a Manaos, nel nord del Paese, in attesa che si concludano le operazioni di identificazione dei corpi per poi effettuare il trasferimento a Chapecó, nello Stato meridionale di Santa Catarina.Il recupero delle scatole nere darà delle risposte sul disastro avvenuto nel cielo della Colombia, costato la vita a 71 persone e che ha distrutto praticamente un'intera società sportiva. Il primo comunicato diffuso dalle autorità competenti parlava di un guasto elettrico sul BA Avro RJ85 della LaMia Airlines (matricola  TT2933), un aereo di 17 anni recentemente revisionato nel Regno Unito. Fin dalle prime ore della mattinata di martedì, però, circolava il sospetto che alla base della tragedia ci fosse stato un problema con il carburante. Una perdita? Esaurito? Molto più probabile la seconda ipotesi. Il velivolo era decollato alle 6.18 dall'aeroporto Internazionale di Viru Viru, in Bolivia. L'atterraggio a Medellin era fissato per le 21.33 ora colombiana, ma l'aereo ha perso i contatti con la torre di controllo quando sorvolava La Ceja e La Union. Tra Santa Cruz (Bolivia) e Medellin (Colombia) ci sono 1.848 miglia terrestri, cioè 2.974 chilometri. 3.000 spaccate in linea d'aria. L'aereo in questione con il carico massimo (può trasportare fino a 128 passeggeri) aveva un'autonomia di 2.909 chilometri: sul volo c'erano 77 persone (di cui sei sopravvissute, tra cui tre calciatori Helio Zampier Neto, Jackson Ragnar Follman e Alan Luciano Ruschel), la hostess Ximena Suarez, il tecnico Erwin Tumiri e il giornalista Rafael Valmorbida. In prossimità di Medellin, attorno alla pista di atterraggio c'era un po' di traffico aereo, con velivoli in attesa di atterrare e costretti a fare dei giri prima dell'ok. Il primo atterraggio autorizzato è stato quello del volo 8170 della compagnia Viva Colombia, partito da Bogotà, diretto a San Andres e poi spostato su Medellin. L'aereo con a bordo la Chapecoense, costretto ad aspettare, ha comunicato alla torre di controllo problemi di natura elettrica a bordo. L'ipotesi, tra le altre, è che le spie non abbiano segnalato la carenza di carburante. In effetti è stata smentita l'ipotesi che il comandante dell'aereo abbia scaricato il carburante prima di tentare l'atterraggio di emergenza: al Cerro Gordo, luogo dell'impatto, non ci sono tracce di carburante. Gli 8-9 minuti di attesa prima di procedere all'atterraggio possono quindi essere stati letali per il volo.  La "Chape", come viene comunemente chiamata, è un club molto giovane, nato solo nel 1973. E' la formazione della città di Chapeco, un polo industriale da 200mila abitanti dello stato di Santa Catarina, nel sud del Paese. Solo nel 2009 giocava nella serie D brasiliana, dopo una crisi seguita ai primi anni di gloria, fra gli anni 90 e il 2000. Un'ascesa verticale e continua lo ha portato nella prima divisione brasiliana nel 2014 (secondo posto alle spalle del Palmeiras) e alla prima partecipazione internazionale nel 2015. La prima qualificazione in Sudamericana arrivò con un buon piazzamento in Coppa del Brasile, la corsa internazionale si fermò ai quarti contro il River Plate, che avrebbe vinto la competizione. Quella che avrebbe dovuto giocarsi contro l'Atlético Nacional era sicuramente la gara più importante della propria storia: si era guadagnata infatti l'accesso alla finale della Sudamericana (corrispondente della nostra Europa League), con l'eliminazione in semifinale degli argentini del San Lorenzo (1-1 in trasferta, 0-0 in casa). Prima aveva eliminato negli ottavi un'altra argentina, l'Independiente di Gabi Milito, grazie a un rigore parato da Danilo, morto in clinica; nei quarti aveva invece fatto fuori lo Junior colombiano, con 3-0 casalingo che ribaltava la sconfitta dell'andata.  Della squadra facevano parte anche due atleti che hanno giocato in Italia: uno è Filipe Machado, che nel 2009 ha militato nella Salernitana, in Serie B, collezionando sette presenze. Machado, morto nello schianto, aveva 32 anni e ha giocato in Spagna, Bulgaria, Azerbaigian ed Emirati Arabi Uniti prima di tornare in Brasile.Si è invece salvato, perché non era stato convocato per la finale di Copa Sudamericana, Claudio Winck, una fugace apparizione nel campionato italiano lo scorso anno, nel Verona, con un gol all'attivo in Coppa Italia contro il Pavia.Tra gli aiuti sportivi  subito attivatisi  brilla una nota firmata dai presidenti delle altre squadre del campionato carioca che hanno chiesto che la Chapecoense non venga retrocessa per tre anni, facendo sapere in più di essere pronte a prestare gratuitamente giocatori allo sfortunato club a partire dal 2017. L'Atletico Nacional ha anche richiesto che venga riconosciuto il titolo ai rivali. Mai una favola così bella ha avuto un finale tanto tragico.Noi ragazzi della Cantera Torre di Leon di Savona con le lacrime negli occhi e con la pena nel cuore ci stringiamo fortissimamente ai familiari, agli amici, ai tifosi di questi splendidi eroi. Hasta siempre, Campeones!

 

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