E' una lunga lettera aperta, densa di risultati e aspettative quella che il presidente della Polisportiva del Finale, Stefano Schiappapietra, ha redatto alla fine della stagione sportiva.
Ecco i pensieri del massimo dirigente finalese, finalizzati a trarre il bilancio dell'ultima annata trascorsa sotto le insegne giallorosse
"All’interno della Polisportiva, il lavoro non manca mai: le attività sono numerose, gli atleti sempre di più, e la voglia di crescere costantemente è un motore che non si spegne mai. A giugno, come da tradizione, il Presidente Stefano Schiappapietra ha voluto tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso.
“È stato un anno estremamente impegnativo per tutte le sezioni e i settori, ma allo stesso tempo ricco di soddisfazioni. Il grande lavoro svolto nei diversi impianti sportivi si riflette non solo nei risultati sportivi – che non vanno mai dati per scontati, perché sono indice della qualità dei nostri istruttori – ma anche nella partecipazione, sempre numerosa, alle attività proposte.
Abbiamo anche molti ambiti meno orientati alla competizione, ma dove l’esperienza, la preparazione tecnica e l’empatia dei nostri istruttori sono stati fondamentali per mantenere un’alta adesione. In diverse discipline sono arrivati risultati di livello assoluto, che confermano la solidità e la continuità del lavoro svolto”.
Oltre la palestra: il lavoro organizzativo
La Polisportiva non è solo ciò che avviene sul campo o in palestra. C’è un’enorme mole di lavoro che spesso resta dietro le quinte: dalla segreteria, all’amministrazione, alla gestione degli impianti sportivi, alla loro manutenzione ed alle pulizie.
“Mi piace sempre ricordare chi rende possibile tutto questo. Il mio staff svolge un lavoro enorme in ambito gestionale e, nel corso degli anni, abbiamo cercato di strutturarci meglio, affrontando anche sacrifici importanti. Oggi possiamo contare su due dipendenti in segreteria, una collaboratrice sulla parte amministrativa, due addetti alle pulizie e numerosi interventi di manutenzione gestiti in autonomia e grazie al lavoro del mio Vice Presidente, spesso in collaborazione con l’amministrazione comunale, che – va riconosciuto – attraverso l’area tecnica risponde sempre con puntualità alle nostre esigenze.
Quest’anno abbiamo anche investito molto sugli aspetti normativi: tutti i nostri istruttori hanno seguito la formazione obbligatoria in materia di safeguarding, a tutela dei minori. Un tema fondamentale, che si è aggiunto all’impegno richiesto dalla riforma dello sport, che per una realtà come la nostra ha comportato anche costi economici rilevanti. Spero che a livello istituzionale si prenda coscienza del fatto che lo sport va sostenuto diversamente, altrimenti il rischio è che i costi ricadano sulle famiglie, e questo rappresenta un problema serio”.
Essere Presidente: un ruolo di responsabilità
Com’è essere presidente di una realtà così ampia e diversificata?
“È un ruolo importante, ma non per vanità: è importante perché comporta responsabilità. In questi anni abbiamo cercato di incentivare ogni forma di attività, anche progettuale e ricreativa, non solo sportiva. Io sono entrato in Polisportiva circa 18 o 19 anni fa, seguendo i miei figli nella pallavolo. Quando posso, mi fa piacere seguire anche le altre discipline: scherma, basket, aikido, kung fu, la scuola di MTB e molte volte anche tramite le dirette sui canali social.
Recentemente è stato bello seguire il Mondiale di kettlebell dove i nostri atleti rappresentano l’ossatura della Nazionale Italiana più volte campione del mondo: è vedere come anche discipline meno conosciute abbiano un impatto significativo. Sono davvero orgoglioso del lavoro che ogni persona porta avanti nella nostra associazione.
E poco più di un mese fa la Polisportiva è stata particolarmente impegnata nell’organizzazione della prima tappa della Coppa del Mondo di enduro di mountain Bike dove Finale Ligure rappresenta un’eccellenza a livello mondiale.
In particolare, quest’anno voglio ringraziare la sezione basket, e in primis Roberto Fontana, per l’avvio del progetto di basket integrato. È un’iniziativa che mi sta molto a cuore: credo fermamente che l’inclusione sia un valore essenziale nello sport, soprattutto a livello dilettantistico.
In questa direzione, stiamo lavorando anche a un progetto dedicato alla memoria di Samuela Vinai, che ci ha lasciato improvvisamente quest’anno. La sua famiglia, insieme ad alcune aziende e amici, ci ha chiesto di realizzare qualcosa che tenga vivo il suo ricordo, con un’iniziativa orientata all’inclusione, un tema che lei sentiva profondamente”.
Guardando al futuro
Quali sono le prospettive per la Polisportiva?
“Il mio desiderio è che si prosegua su questa strada: portare sempre più ragazzi e ragazze in palestra. L’ho sempre detto: fare sport significa offrire ai giovani un ambiente protetto, ed è ancora più importante oggi, in un’epoca in cui il disagio giovanile è molto diffuso.
Lo sport aiuta a migliorare il rendimento scolastico, favorisce l’integrazione, previene l’isolamento. Troppi ragazzi restano a casa da soli, con uno smartphone o un tablet, perché entrambi i genitori lavorano.
Lo sport è educazione, rispetto, impegno, crescita. In questi anni lo abbiamo visto concretamente: tante persone sono passate dalla nostra Polisportiva. Alcune hanno raggiunto traguardi sportivi importanti, e molti sono stati premiati durante la cerimonia delle Sportivo dell’anno. Ma il successo più grande resta sempre quello di aver creato una comunità sana e inclusiva, dove lo sport è strumento di crescita per tutti”.
Stefano Schiappapietra