Quando si parla di nutrizione sportiva si fa riferimento a una specifica branca della nutrizione che si occupa specificamente di coloro che praticano attività fisica, a livello professionistico, dilettantistico o semplicemente amatoriale.
Un corretto percorso nutrizionale, che tipicamente viene gestito da un team multidisciplinare, punta a ottimizzare le performance dell’atleta, a migliorare il recupero, a favorire il benessere psicofisico e, nei limiti del possibile, a ridurre le probabilità di infortunio, un’evenienza piuttosto comune in chi pratica attività fisica.
Se sei interessato a queste tematiche perché pratichi sport, professionalmente o come amatore, approfondisci sulla nutrizione sportiva per capire come un approccio personalizzato possa aiutarti nel tuo percorso sportivo e di benessere psicofisico.
Nutrizione sportiva: l’importanza di un approccio multidisciplinare
Il peso corporeo e un’alimentazione equilibrata sono fattori che hanno un peso rilevante nelle prestazioni atletiche e nel recupero post-allenamento o post-competizione, anche se non sono gli unici fattori in gioco (un adeguato riposo ha per esempio un’importanza fondamentale).
Un aspetto che vale la pena sottolineare è che un percorso nutrizionale per lo sportivo non si limita alla definizione di un piano alimentare, ma richiede anche una grande attenzione ad altri aspetti che possono influenzare la prestazione e il benessere.
È per questo motivo che la nutrizione sportiva moderna prevede percorsi gestiti da più professionisti quali un nutrizionista, un endocrinologo e uno psicologo, con l’obiettivo di gestire, in modo coordinato, sia gli aspetti nutrizionali che quelli endocrino-metabolici e psico-comportamentali.
Questo è particolarmente importante per gli atleti professionisti, ma può risultare molto utile anche a tutti quegli amatori che praticano sport in modo continuativo e sono attenti alla prestazione.
Nutrizione sportiva: non tutti gli atleti sono uguali
Stabilire un piano alimentare per un atleta è un compito complesso. Ogni sportivo deve infatti essere considerato come un caso a sé stante, perché ogni persona ha caratteristiche specifiche e risposte diverse all’allenamento e alle competizioni.
Un altro fattore di grande importanza è lo sport praticato. Un maratoneta, che è uno sportivo che pratica una disciplina di endurance, ha esigenze nutrizionali del tutto diverse da quello di uno sprinter o di un calciatore. E di questo è necessario tenere debito conto.
Altri fattori che incidono in modo rilevante sono la frequenza degli allenamenti e i carichi settimanali. Tornando all’esempio del maratoneta, un professionista si allena tipicamente 6 giorni alla settimana e i loro preparatori impostano carichi settimanali che spesso superano i 200 km, mentre gli amatori, che spesso si limitano a 4-5 sedute settimanali, raramente arrivano a superare i 100 km settimanali.
Non esiste un percorso nutrizionale standard
In sostanza, non esiste un percorso nutrizionale standard che sia valido per tutti gli atleti perché ciò che funziona per un pugile non è adatto a un ciclista su strada, così come la dieta di un rugbista non può essere la stessa di un tennista.
Da queste semplici considerazioni, ben si comprende come sia importante, per chi pratica un’attività sportiva, affidarsi a professionisti che possono ideare un approccio personalizzato basato sulle caratteristiche psicofisiche dell’atleta.
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