Due parole, quasi come se fossero un'ossessione: "Cuore Leze". Tante volte abbiamo sentito Fabio Tobia, allenatore del Legino, sototlineare l'importanza del senso di appartenenza ai colori verdeblu. Una sorta di mantra che ad inizio stagione ha fatto fatica ad attecchire nei nuovi arrivati, ma grazie anche all'aiuto dei "senatori" come Lorenzo Anselmo la tanto attesa svolta per i savonesi sembra finalmente arrivata.
Lorenzo, ora siete a due punti dalla zona playoff, non è che ci state prendendo gusto?
"Alt, sappiamo benissimo da dove arriviamo e quali sono i nostri obiettivi. Abbiamo avuto un inizio di campionato difficile, complice un calendario non agevole, ma dopo le prime vittorie questa squadra è riuscita mano a mano ad avere sempre più fiducia in sè stessa. Per noi è un bellissimo momento, è vero, ma i conti dovremo farli a fine campionato".
La vittoria di ieri contro l'Arenzano deve avere un sapore tutto particolare.
"Come sempre ci abbiamo messo cuore e testa per superare in inferiorità numerica una squadra forte come quella crociata. Questo dna ce l'ha trasmesso il nostro mister, abilissimo a compattare un gruppo che nei primi mesi ha incontrato qualche difficoltà: Fabio Tobia è sicuramente la marcia in più del Legino".
Tanti vi descrivono come "brutti, sporchi e cattivi". Ti riconosci in questa descrizione caricaturale?
"Sappiamo bene di avere meno doti tecniche rispetto ai nostri avversari, ma per essere alla loro altezza dobbiamo compensare con la grinta, la forza e la corsa. Grazie a queste qualità da quando sono arrivato a Legino abbiamo raccolto grandi risultati, non vedo perchè, nel rispetto dei nostri rivali, dovremmo cambiare il nostro stile di gioco".
Gioco che ti ha permesso di realizzare otto reti, la metà dell'intera squadra. E' per te una sorta di assunzione di responsabilità?
"Anche, poi è chiaro che essendo un attaccante questo si traduca in gol. Ma non dimentico elementi come Semperboni, Piscopo o Morielli che dall'alto della loro esperienza esprimono lo stesso tipo di contributo pur in maniera diversa. Senza i miei compagni potrei fare ben poco e non è la solita frase fatta".
Vivi questo momento speciale quasi come una sorta di rivincita nei confronti di chi non ti ha dato fiducia?
"Assolutamente no, anzi ci tengo a ringraziare tutte le società, gli allenatori e i compagni che mi hanno aiutato a crescere. Senza le esperienze che ho avuto in passato non potrei essere il giocatore che sono adesso".














