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Calcio | 20 novembre 2017, 11:21

Calcio, Savona. Resta solo il blasone, il ko nel derby è uno dei punti più bassi della storia biancoblu

Calcio, Savona. Resta solo il blasone, il ko nel derby è uno dei punti più bassi della storia biancoblu

"Ci prendiamo un impegno con voi, vi vogliamo ritrovare qua per riempire la piazza e fare una festa". Parlò così il ds del Savona, Roberto Canepa, lo scorso 31 agosto in occasione della presentazione ufficiale della squadra biancoblu. Tali parole, a distanza di quasi tre mesi, alimentano un sorriso amaro nei cuori dei tanti tifosi degli Striscioni, ormai rassegnati al cospetto di una squadra giunta ieri al quinto ko consecutivo.

E pensare che dopo le prime difficoltà di stagione, il successo sul campo del Finale sembrava aver riacceso gli entusiasmi della piazza savonese, tanto che c'era chi addirittura parlava di filotto di successi a partire proprio da quell'1-0 firmato da Mair al "Borel". Ad onor del vero filotto è stato, ma di risultati negativi: da quel 15 ottobre, data dell'ultima vittoria biancoblu, sei partite ed un solo punto. Un bottino fallimentare per una squadra chiamata a competere per il vertice della graduatoria. Il primo a pagare è stato Luca Tabbiani, allenatore sacrificato in nome di una scossa che l'ambiente non ha però recepito. Al suo posto è arrivato Marcello Chezzi, tecnico con un passato in Serie D, gettato in una mischia ben diversa da quella a cui era stato abituato nelle ultime stagioni. I risultati sono lì a testimoniarlo, anche per lui il verdetto del campo è stato fin qui implacabile: due partite, zero punti e la sconfitta nel derby con l'Albissola (squadra che merita i più sentiti complimenti per la stagione che sta disputando) dal peso specifico notevole. Sia chiaro però, che le responsabilità da addebitare a Chezzi sono prossime allo zero: ora come ora a Savona farebbe male anche Mourinho.

Ma allora, di chi è la colpa se questo Savona sprofonda sempre più verso i bassifondi della Serie D? Appare chiaro ormai che a fallire sia stata la linea societaria, i fatti sono oggettivi: dopo 13 giornate gli Striscioni sono in piena zona Playout a ben 16 lunghezze da quel primo posto che era stato dichiarato pubblicamente come obiettivo primario, mentre i playoff distano invece dieci punti. L'impegno preso in agosto vacilla.

Ma se le ambizioni di vertice appaiono ormai perdute, resta assolutamente da traghettare la squadra verso una risalita dignitosa. Un obiettivo che al momento attuale appare difficile, vista l'atmosfera creatasi dalle parti del "Bacigalupo". I tifosi, delusi, non ne possono più; la squadra non riesce più a vedere la luce in fondo al tunnel nella quale è piombata; la società si è trincerata, ora più che mai, nel  silenzio stampa. Quasi a pensare che basti non parlare con i giornalisti per raddrizzare la barca che affonda. Forse è il caso che qualcuno batta un colpo.

Intanto domenica arriva il Sestri Levante. L'ennesima occasione per rimettersi a correre, assolutamente da non fallire. La storia del calcio è piena di squadre partite con sogni d'alta classifica e giunte a fine stagione in zona retrocessione: il Savona non deve aggiungersi a questo elenco. Sembra assurdo da dire, ma non resta che affrontare la realtà per quella che è. In questo momento bisogna guardarsi le spalle, con umiltà e spirito di sacrificio. Lo si deve, quantomeno, alla storia di questa società.

Roberto Vassallo

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