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Volley | 12 maggio 2025, 18:00

Pietra Ligure, l'Unità Spinale festeggia i 26 anni con un Torneo di pallavolo in carrozzina

Il 23 maggio un evento aperto a tutti, per avvicinare il pubblico alla cultura dell’inclusione e dello sport adattato e festeggiare anni di impegno condiviso tra pazienti e professionisti

Pietra Ligure, l'Unità Spinale festeggia i 26 anni con un Torneo di pallavolo in carrozzina

"Sport, inclusione e legami che vanno oltre la cura". E' un po' il motto dell’Unità Spinale, diretta dal dottor Antonino Massone, festeggia 26 anni di attività con un torneo di pallavolo in carrozzina, in programma il 23 maggio.

Si sfideranno sei squadre miste, formate da pazienti ed ex-pazienti dell’unità, operatori sanitari, studenti di fisioterapia e persone con lesione midollare provenienti da altre realtà del territorio.

Una giornata pensata non solo per celebrare un traguardo importante, ma anche per ribadire due messaggi centrali: l’importanza dell’attività fisica e sportiva nella vita della persona mielolesa e il valore della relazione continua tra operatori, pazienti e comunità esterna. Lo sport, e in particolare uno sport di squadra come la pallavolo, rappresenta un potente motore di benessere fisico e psicosociale. Rende visibile la forza della persona oltre la lesione, e promuove una visione attiva e partecipata della riabilitazione.

Il torneo sarà anche un momento di osmosi reale tra chi vive e lavora all’interno dell’Unità Spinale e chi porta avanti percorsi di vita attiva in altre realtà: un ponte tra mondi che si arricchiscono a vicenda, attraverso il movimento, il gioco e lo scambio di esperienze. L’iniziativa è aperta a tutti, con il desiderio di avvicinare il pubblico alla cultura dell’inclusione e dello sport adattato, e di festeggiare 26 anni di impegno condiviso tra pazienti e professionisti. Sempre più evidenze indicano la necessità di una medicina proattiva.

Per le persone con lesione midollare, il movimento non è solo possibile: è necessario. Negli ultimi anni si è consolidata una visione della medicina sempre più orientata alla prevenzione, al mantenimento della salute e alla promozione dell’autonomia. Una medicina proattiva, capace di anticipare i problemi invece di limitarsi a curarli quando si manifestano.

Questo approccio è particolarmente importante quando si parla di persone con lesione al midollo spinale. La ricerca e l’esperienza clinica dimostrano che mantenere una buona forma fisica non è solo utile, ma fondamentale per la qualità della vita, per almeno tre motivi principali.

Il primo è la prevenzione delle complicanze secondarie. Dopo una lesione midollare, il corpo è più vulnerabile a numerose complicanze: atrofia muscolare, osteoporosi, infezioni respiratorie e urinarie, piaghe da decubito, dolore neuropatico, solo per citarne alcune. L’attività fisica regolare, adattata alle capacità individuali, aiuta a prevenirle e riduce il bisogno di cure farmacologiche o ospedalizzazioni ripetute.

Il secondo riguarda la salute cardiovascolare e metabolica. Anche nelle persone con mobilità ridotta, l’esercizio migliora la circolazione, la funzionalità polmonare e il metabolismo, contribuendo a ridurre il rischio di diabete, ipertensione e obesità. Il mantenimento della massa muscolare e il consumo calorico legato allo sport diventano strumenti di prevenzione attiva.

Infine ci sono il benessere psicologico e identità. Muoversi, allenarsi, partecipare a uno sport significa ritrovare padronanza del proprio corpo. Lo sport diventa così anche strumento di ricostruzione dell’identità dopo una lesione, di socializzazione e di miglioramento dell’umore. L’attività fisica è oggi riconosciuta come intervento terapeutico completo, con effetti positivi anche su ansia e depressione.

In sintesi: per la persona mielolesa, l’attività fisica non è solo un’opzione, ma una parte integrante del percorso di salute. Investire in sport, educazione al movimento e programmi di allenamento adattato significa promuovere una vera medicina del futuro: attiva, partecipata e centrata sulla persona.

Redazione

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