“Qualsiasi cosa sarà fatta, sarà sempre poco! Il calcio, ancora una volta, ha dato prova di grande serietà e solidarietà. Quella di Genova è stata una tragedia immensa che ha colpito tutti”.
Inizia così un’intervista che da calcistica, si trasforma in pochi istanti, in un atto di accusa per un altro sport, la pallanuoto, messo sul banco degli imputati.
Strinati, ex dirigente della Rari, dà vita ad un vero e proprio “J’accuse” contro il suo ex mondo in un atto d’accusa chiaro e diretto al cuore di una dirigenza, quella dei singoli sodalizi e quella federale, che non lascia scampo a possibili fraintendimenti: “E’ scandaloso che la pallanuoto non si sia fermata; dire che è uno sport povero e che le squadra avevano già speso soldi per le trasferte è vergognoso ed offensivo. Abbiamo una Federazione che non sa imporsi e che non capisce che lo sport viene prima di tutto”, accusa Strinati che aggiunge: “La pallanuoto ha grandi giocatori ed allenatori ma dei dirigenti federali che non sono in grado di fare il proprio lavoro. Ravina, il responsabile del settore pallanuoto è di Genova e non ha fatto niente. Non ha avuto il coraggio di fermare le partite? Proprio lui, davanti ai morti della sua città? E’ una cosa vergognosa”.
Nelle parole di Strinati si sente la delusione e la rabbia per una gestione vergognosa, a detta del dirigente, della vicenda.
A differenza del calcio dei milionari che, per una volta, dato l’esempio: “Il calcio nel bene e nel male è anni luce davanti a tutti gli sport. Ha una cassa di risonanza enorme ed in questi casi riesce a trovare una grande unità a prescindere dai colori – dice Strinati che prova a rilanciare la proposta di una squadra unica Genoa-Samp: “Ora sembra emergere la proposta di un triangolare col City ma l’idea di fare una squadra con la maglia bianca e la croce di Genova che si possa chiamare “Città di Genova” la troverei molto suggestiva e significativa”.














