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Calcio | 13 giugno 2018, 12:54

Calcio, Pallare. Al "Ravera" spuntano le margherite. Prestipino: "Impossibilitati a compiere la manutenzione, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità"

Si profila una battaglia a colpi di carte bollate tra il presidente del Pallare e l'Amministrazione Comunale

Calcio, Pallare. Al "Ravera" spuntano le margherite. Prestipino: "Impossibilitati a compiere la manutenzione, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità"

Che fine ha fatto il campo "Ravera" dopo il ritiro del Pallare dal campionato?

Dalle scivolate, ai cross e ai gol realizzati dalla squadra locale, si è passati ai trifogli e alle margherite, in una sorta di quadro ideale del perfetto appassionato di pic nic.

Una fine triste per uno dei terreni di gioco più belli della provincia di Savona, ora teatro di una vera e propria battaglia a colpi di carte bollate tra il Comune e il presidente Marco Prestipino che, dopo l'interruzione dell'attività della Prima Squadra, ha mantenuto in gestione l'attiguo Palazzetto dello Sport, regolato da un altro contratto.

 

"Nell'accordo storico stupulato con il Comune di Pallare - racconta Prestipino - mi era stata assegnata la gestione sia del campo da gioco che del Palazzetto dello Sport.

Venuta meno l'attività della Prima Squadra, come da contratto, la gestione del campo è decaduta, creando questo tipo di situazione,

Il paradosso è che ad oggi non siamo autorizzati ad accedere all'impianto ed al tempo stesso i mezzi e le attrezzature siano di nostra proprietà e non dell'Amministrazione.

Del resto è risaputo che la posa del manto in erba nel campo a undici giocatori non è stata un'iniziativa dell'Amministrazione, così come i suoi relativi costi e oneri di gestioni, se non in minima parte.

Voglio ricordare che dal 21 aprile 2017, giorno del primo atto ostile nei nostri confronti, erano trascorsi ben dodici mesi prima di un parziale accordo.

Sicuramente questo quadro non è stato adeguato ad accompagnare una ordinaria amministrazione sportiva.

I risultati sono ben noti, ma a questo punto è inutile nutrire rimpianti; ho provato a salvare il salvabile ed è giusto che ora ciascuno tuteli i propri interessi nelle opprtune sedi, così come è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità".

 

 

redazione

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