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Calcio | 17 settembre 2021, 11:38

L'editoriale. Savona, de provocatione

L'editoriale. Savona, de provocatione

Smontare alcuni clichè del rapporto tra stampa e società sportive è stato fin dal primo giorno uno degli obiettivi di Svsport.it.

Osservare, elaborare e trasmettere un proprio pensiero è cruciale nel rapporto di fiducia con i propri lettori, anche quando inizialmente si può scatenare qualche mal di pancia con i club e i dirigenti.

Il compito del giornalista, senza scadere nella figura del censore o del tribuno, è sempre stato questo, ancora di più nel 2021, quando ogni società sportiva, anche la più piccola, può canalizzare il proprio messaggio o "storytelling" attraverso canali social o piccoli uffici stampa.

Arriva però il momento in cui, privi di presunzione, si sente l'esigenza di porre un punto, come successo con le critiche dell'anno passato al Vado, l'ultima intervista al patron dell'Albenga Gian Piero Colla, oppure, riguardo al Savona Fbc, la pubblicazione delle visure camerali, poco prima che il club, prima del presidente Patrassi e poi dell'A.D. Sgubin, implodesse su sè stesso.

Questo è accaduto anche domenica sera, quando, dopo la sconfitta tra il Savona e la Vadese, è scoppiato l'ennesimo, alterco social tra alcuni sostenitori e il vicepresidente Simone Marinelli.

Il comunicato emesso ieri sera dal sodalizio del presidente Grenno, pur incentrato sull'articolo uscito sulla Stampa ieri mattina, ha chiamato in causa tutti i media, ammonendoli nel non lasciarsi condizionare da provocazioni dettate da antipatie personali oppure chiamando in causa motivazioni fuori luogo o poco consone al discorso della partita.

Ecco, chi ricopre i ruoli apicali del club ha troppa esperienza nel mondo del calcio per vincolare un risultato sportivo solo a quello che accade all'interno del rettangolo verde. Questo vale per ogni società, ma ancor di più per il Savona: quel club che la proprietà ha rivendicato di essere, con tutti gli oneri e gli onori mediatici del caso.

E' infatti normale che la lente d'ingrandimento sia posta con maggior attenzione sulla squadra più rappresentativa del capoluogo e che determinati comportamenti del vicepresidente vengano riportati dalla stampa (ciò avverrebbe in qualsiasi latitudine), ancor di più quando quest'ultimo, di fatto, è il patron della società medesima. Comportamenti che, al netto dei giudizi soggettivi sull'opportunità di questi ultimi, possono andare a intaccare anche quanto costruito nell'ultimo anno e mezzo.

Come ribadito nell'articolo di martedì, è stato Simone Marinelli ad acquisire il marchio e il logo del club, gettando il primo seme per la ripartenza e questo risulta un dato di fatto incontrovertibile. Chi avrebbe potuto depositare un'offerta, gruppi o imprenditori, non l'ha fatto, oppure non ha rilanciato in sede di asta, come avvenuto con Marco Repetto. La cordata dei tifosi, ha invece ricoperto, come ha infatti dichiarato, un ruolo di garanzia.

Aprire una nuova pagina societaria, basata su un rapporto tensivo tra il punto di riferimento economico del club e la tifoseria è evidentemente controproducente, soprattutto per la squadra e in un editoriale andava sottolineato, grazie anche agli evidenti segnali raccolti a livello giornalistico.

Segnali arrivati dal blackout emotivo dei biancoblu e anche da alcune frasi recepite a microfoni spenti, dato che il silenzio stampa ha di fatto permesso solo a mister Cattardico di relazionarsi con la stampa (ponendo sulle sue spalle il peso di tutte l'esposizione mediatica).

Porre l'accento sul rischio d'innesco di questa spirale negativa era doveroso, anche perchè il risultato sportivo passerà attraverso quanto l'allenatore e i giocatori, meglio se sereni e sostenuti, sapranno realizzare sul campo.

Concedete ancora alla stampa il rischio di un giudizio soggettivo (ce lo assumiamo volentieri), come quello sulla rosa, a nostro avviso non implementata al meglio, ma il mercato resta aperto fino a novembre e i verdetti non sono ancora definitivi.

In conclusione ringraziamo il Savona per il consiglio, ma professionalmente parlando non possiamo permetterci di basare il nostro giudizio sulle antipatie o simpatie professionali. Il calcio dilettantistico fortunatamente è capace di creare legami personali piacevoli e partecipativi, ma anche a noi è "toccato" dare dei 4 in pagella con chi si è bevuto un aperitivo al bar.

Il rapporto personale non intaccherà mai il pensiero tecnico e quando arriverà il momento degli elogi non saremo condizionati dagli ultimi (anche fisiologici in un rapporto dialettico) screzi.

Gli uffici biancoblu si preparino, qualche "destabilizzante" lode potrebbe anche giungere nelle prossime settimane...

Lorenzo Tortarolo

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